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La classe media americana

Sia nelle elezioni presidenziali che videro Trump battere Clinton, sia in queste recenti che han visto Biden vincitore, la mappa degli Stati Uniti vede i democratici concentrati in pochissime aree del paese ad alta densità, le ZTL d’America. 

Le contee che hanno premiato Biden sono solo il 17% del totale, ma danno il 75% del PIL del paese ed il 70% della crescita dell’impiego negli ultimi anni. In soldoni, i ricchi han votato Biden, i travet (deplorable nella lingua locale) Trump.

Mentre gli ultimi indicatori sul mercato del lavoro dimostrano la sostanziale tenuta a livello paese, oggi sappiamo che le contee repubblicane hanno recuperato più velocemente e sono in vantaggio su quelle democratiche, come mai? Innanzitutto sono più rurali, ed hanno avuto meno problemi con lockdown e misure anti-Covid. Mentre a NYC o Boston il centro cittadino s’è svuotato quando tutti lavoravano da casa, nel Midwest han continuato a lavorare senza troppi problemi. In secondo luogo, gli amministratori repubblicani sono rimasti concentrati sulle politiche a favore del lavoro, ad accogliere fabbriche rimpatriate dall’estero o nuovi investimenti, mentre nelle grandi città i temi woke promossi dai dem hanno distratto l’attenzione dallo sviluppo economico. Ora che l’inflazione picchia come un fabbro e la borsa patisce, questa differenza si fa sentire e spaventa Biden in vista delle elezioni delle elezioni midterm.

Questa evoluzione ha finalmente dato ai repubblicani un obiettivo su cui costruire: fino a ieri si limitavano a criticare le idee più woke dei dem, dalla critical race theory, al togliere i fondi alla polizia, al socialismo in salsa bancaria. Ora che Biden ha messo uno stop a queste idee balzane e si concentra a cacciare Putin dal trono, e sta recuperando consensi in modo importante, occorre dire agli americani cosa davvero vuol fare il partito che è ancora all’ombra di Trump.

Se riuscissero a conquistare la Camera, potrebbero mettere sul tavolo tre temi che l’amministrazione cerca di insabbiare di continuo: le malefatte e legami loschi di Hunter Biden (figlio del Presidente), la malagestione del Covid, ed un confine col Messico che ancora oggi è un flusso continuo di immigrati illegali. In questo istante i repubblicani possono lavorare solo sulla politica domestica, perché improponibile criticare il Presidente mentre combatte il cattivissimo Putin.

La classe media americana ha visto un leggero miglioramento salariale sotto Trump per la prima volta dal 1972, ha passato bene il Covid con gli aiuti pubblici che ora son venuti meno, ed ha paura dell’inflazione, che distrugge il potere di acquisto e di investimento. Manca un mese alle elezioni: economia e guerra sono i due capitoli che decideranno vincitori e vinti, si accettano scommesse.


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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro