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Suprema Corte… Suprema?

Gli ultimi giorni hanno portato una sequela di schiaffi al nostro Presidente. Prima Kamala Harris ha candidamente ammesso che l’amministrazione non ha visto arrivare il treno Omicron, poi i tentativi di Joe Biden di passare leggi nel Senato che non lo segue più, ed infine la scoppola suprema della Corte Suprema. I giudici hanno decretato incostituzionale l’obbligo vaccinale per i lavoratori delle grandi aziende (interessante qui).

Questa della Corte Suprema è una sentenza che va ben oltre il merito specifico: segna la condanna di tutta la strategia anti-Covid dell’amministrazione, che come in altri paesi ha insistito troppo sull’unico rimedio del vaccino quando molte altre politiche e strumenti avrebbero aiutato a mitigare l’impatto pandemico. Il problema è che in questo istante la democrazia americana si regge su questi giudici come penultimo baluardo delle istituzioni in cui la gente ripone la fiducia. L’ultimo sono i militari, ma quando si demanda a loro di salvaguardare una democrazia, la gente spara, non finisce bene.

Obama, Clinton e sodali hanno iniziato a sovvertire la fiducia nelle elezioni con la vittoria di Trump, spacciandola per un affare losco dove Putin avrebbe tirato le fila del suo pupazzetto arancione. Dopo pochi anni, scopriamo che il rapporto Steele non valeva la carta su cui era stampato, che son stati veramente spesi centinaia di milioni di dollari invano. Il problema non è lo sputtanamento di Trump, che per usi e costumi si presta bene, ma instillare nella popolazione il dubbio che le elezioni siano falsate.

Trump ha reso pan per focaccia, inventandosi di sana pianta cinquantun cause in tribunale per dire che l’elezione di Joe Biden fu rubata. Non importa che le cause si siano sciolte come neve al sole, e nemmeno che seicento imbecilli abbiano messo a soqquadro il Congresso con quattro morti. Ad un anno da quell’evento i repubblicani rinnegano la colpa del loro capo e continuano a parlar di truffa. Come fai tu, americano medio, a comprendere perché ancora non ci sia la sanità per tutti, perché quasi tutte le premesse elettorali siano ancora disattese? Se tutti dicono che le elezioni sono falsate, chi è veramente il tuo Presidente? Se non fa nulla di quanto aveva promesso, di chi ti fidi?

Verrebbe quasi da dubitare dell’esperimento democratico che è l’America. Possiamo avere un governo senza classi di privilegiati, senza famiglie che si tramandano il potere? I nostri principi di uguaglianza dei diritti, di votazioni libere e di governo della maggioranza e per la maggioranza, possono essere finalmente tradotti in pratica? Specialmente, se viene meno la fiducia nelle istituzioni ed in un futuro migliore di oggi, perché aspettare?

La Corte Suprema è fatta di pochi saggi, e funziona solo se vengono riconosciuti come giudici imparziali, votati alla salvaguardia della nostra costituzione. La speranza è che Biden oggi, ed il prossimo Presidente domani, riprendano le redini del rispetto delle istituzioni, lasciando l’identity politics nella pattumiera e concentrandosi solo sul governo del popolo e per il popolo.


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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro