... visto dedicati alle diverse categorie: dagli studenti che seguono un qualsiasi programma accademico (visto F), a quelli che vengono per pochi mesi per corsi di formazione professionale (visti B ed M), ai dipendenti di aziende che abbiano sedi in USA (visti L, H, O, P), ad imprenditori e loro dirigenti che vogliano aprire una sede (visti E) in America. In generale questi visti partono dal presupposto che la persona venga in America per un periodo limitato, per poi tornarsene a casa finito il programma di studi o progetto lavorativo. Si chiamano quindi non-immigrant visa e sono ottenibili con poche centinaia o migliaia di dollari, con pochi kg di documenti da compilare. Per ogni dettaglio raccomando il sito USCIS, qui.
Nei confronti dell’Italia, se si sta in America per qualche mese o anno è probabile che si mantengano conto in banca, abitazione e quello che in gergo si chiama “centro degli interessi prevalenti”. Questo significa che, pur iscrivendosi all’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE, presso comune di residenza) per usufruire dei servizi consolari, si continueranno a pagare le tasse in Italia. Anche il fisco americano è rapace, e considera che ogni individuo debba pagare le tasse a partire dai 31 giorni di permanenza in un anno, o 183 in tre (qui). Per fortuna esistono trattati bilaterali USA-Italia, che consentono di gestire la doppia tassazione senza bastonare i poveri contribuenti, ed è opportuno avvalersi di un supporto professionale almeno per le prime dichiarazioni dei redditi.
Le norme su immigrazione e fisco sono precise e severe, ma non sempre logiche: è quindi necessario informarsi con anticipo per evitare brutte situazioni. Ho visto una studentessa liceale in lacrime, perché ha dichiarato che veniva a Boston per fare l’au-pair ed imparare l’inglese: quando il poliziotto l’ha incalzata dicendo che anche se non veniva pagata questo è un lavoro, lei ha detto un sì di troppo. E’ stata rimessa sull’aereo di ritorno come una piccola criminale, e diffcilmente potrà tornare negli USA, neanche come turista.
Dopo uno o due anni di vita americana si può decidere di fare il grande passo, e diventare residenti a tempo indeterminato, titolari della famosa Carta Verde. Con questo documento si può cambiare datore di lavoro, si possono avere agevolazioni su mutui e sulle rette scolastiche, e inizia il conto alla rovescia di cinque anni prima di poter poi diventare cittadini americani. Tra tutto, si può diventare cittadini americani in sette anni, e nel caso italiano si mantengono entrambe i passaporti.
L’America è costruita sull’immigrazione: 90 milioni, ossia il 27% della popolazione, è fatto da immigranti, ed ogni anno ne arrivano un paio di milioni. Altri paesi offrono opportunità migliori, specie se si conta di stare per un periodo limitato (qui) , ma se si guarda alla possibilità di cittadinanza e di costruire un orizzonte di medio e lungo periodo, l’alternativa americana resta interessante.