Fin dalle prime note aleggia un’atmosfera musicale sospesa; i suoni del tema procedono vaghi come indugiassero nella contemplazione del chiarore lunare. “Piano pianissimo” vuole il compositore nelle prime battute e dopo qualche slancio “en animant”, nel finale indica sullo spartito “pp morendo jusqu’à la fin”.
Scritto da un giovane e irrequieto Debussy - nato 160 anni fa in Francia il 22 agosto del 1862 - il brano è stato reso celebre non solo dalle molte esecuzioni e incisioni ma perché parte di numerose colonne sonore (si sente ad esempio nel finale di “Ocean’s Eleven” e con l’orchestrazione di Ennio Morricone in “Canone inverso - Making love”).
Nei film dove il brano è inserito lo ritroviamo in scene dal carattere molto diverso tra loro; risuona dal carillon azionato da Brad Pitt in “Sette anni in Tibet” (1997) fino al farsi sentire nel recente “Godzilla II - King of the Monsters” (2019). Il trailer di questo film parte con le famose note ondivaghe e contemplative del pezzo pianistico mentre le scene inquietano lo spettatore sempre più, in attesa di un annunciato e imminente arrivo dei mostri; quando arrivano davvero, i suoni del pianoforte vengono irrobustiti da un’esplosiva versione orchestrale.
Il piccolo capolavoro di Debussy è stato anche messo a confronto con la Luna vera: lo ha fatto la NASA che nel 2018 ha pubblicato questo video in cui, come spiegato, “utilizzando i dati del Lunar Reconnaissance Orbiter si mostra la bellezza assoluta dell'evoluzione di luci e ombre vicino all'alba e al tramonto sull'aspra superficie lunare”. Una “passeggiata” calma, in assoluta sintonia con la musica (Timothy Hammond, pianoforte).
In chiusura non posso non ricordare il momento musicale che trovate qui, in cui di fronte al pianista Paul Barton c’è un unico ascoltatore, attento e partecipe alle note del “Clair de lune”. Debussy e Verlaine avrebbero di certo apprezzato.