IL Cameo


Ragazzi, torniamo a guardare il cielo, e le stelle

Curiosa intervista di un giornalista-editore dalla doppia personalità, ma dall’identico eccesso di autostima. Nell’intervista, R1 è l’editore, R2 il giornalista.

R2
Lei si atteggia ad apòta, schifato dalla politica politicante, il 25 settembre andrà a votare? E se sì, per chi?

R1

Andrò a votare, e voterò orgogliosamente “scheda bianca”. Lo considero un atto di alto valore civico e morale, una “marcia del sale” privata, di gandhiana memoria. Sogno che tutti gli “astenuti” vadano a votare, e se nessun partito li convince, votino scheda bianca, ma votino. Astenersi è fuga, scheda bianca è partecipazione, lotta per un futuro diverso. I vecchi pascià della politica politicante devono essere democraticamente mandati a casa. Bello se le persone perbene riuscissero a contarsi, al di fuori dei partiti.

R2

Me lo spieghi

R1

Da tempo non voto, né a sinistra, né a destra, figuriamoci al centro. In questi settant’anni, la “Sinistra” si è via via snaturata, praticando una politica di destra, spacciata per riformista, creando una voluta confusione in termini di diritti civili e di diritti sociali, a loro volta spacciati come intercambiabili. E la “Destra”? Percorso inverso, risultato identico: né carne, né pesce.

R2

Come è arrivato a questa conclusione?

R1

Un processo lungo e sofferto il mio. “Sinistra” e “Destra” hanno abbracciato, o subìto, lo sciagurato modello politico, economico, culturale, che io chiamo CEO capitalism, trasformando in profezia una battuta di Karl Marx del 1846 “Venne il tempo in cui tutto si trasformò in merce”. Hanno accettato la mutazione genetica dei cittadini da “persone” (il lavoro come dignità) a “consumatori globalizzati” (servi, destinati al divano di cittadinanza).

R2

Torniamo alle elezioni. Che dice della mitica Agenda Draghi, il booster della politica all’epoca della Pandemia e del PNRR? Ricordo che anche lei si era schierato per l’arrivo di Mario Draghi. Ha cambiato idea?

R1

Non dica fesserie. Lei mi ricorda certi giornalisti-cuscute, rubano gli scoop degli altri, ci montano su un ridicolo teatrino, spacciandolo per loro.

Certo, mi ero schierato per una discesa in campo di Mario Draghi perché gestisse, prima la Pandemia, poi l’avvio del PNRR, quindi fosse eletto Presidente della Repubblica. Draghi scelse un generale degli Alpini, già capo della logistica militare e gli affidò l’execution della triade “Virus-Vaccini-Pass”. Del PNRR se ne occupò lui personalmente. Due successi. Oggi, chiunque lo sostituisca, dovrà utilizzare i binari da lui costruiti. Sull’ultimo Draghi Premier mi permetta di sorvolare.

Le ricordo però cosa scrissi: “Lui è un Padrone, mentre gli ultimi cinque Premier erano dei Fattori, preferisco prendere ordini dal padrone che non dal fattore di turno”. Me lo insegnò mia Nonna Caterina, portinaia: “Quando sarai grande e sarai anche tu un servo, ricordati che il Padrone è sempre meglio del fattore. Osserva il Conte Prato Previde quando mi dà degli ordini, lo fa con un briciolo di (finta) gentilezza, mentre il fattore no, è un essere spregevole.”

R2

Quindi lei è rimasto draghiano?

R1

Semplicemente non sono un fesso. Non è certo stato Giuseppe Conte il suo killer vero (non formale), ma l’Establishment (sinistri e destri). Hanno sfruttato le sue capacità e la sua credibilità internazuinale, poi, in modo ignobile, gli hanno sottratto, con destrezza, la poltrona che gli avevano fatto balenare, e occupando la quale per sette anni saremmo stati, anzitutto, “protetti dai nostri alleati”. Da gran signore quale è, ha incassato, in silenzio, l’oscenità subita, poi alla prima occasione se ne è andato. Chapeau!

Mi chiedo se avrà intuito, tanto per fare un esempio, ma ce ne sono altri, che presto gli elettori chiederanno conto dell’enorme quantità di denaro (e di menzogne) che i G 7 hanno speso per incentivare le cosiddette fonti green, sacrificando interi business a elevata occupazione. Come reagiranno se scoprissero che non c’è stata nessuna significativa riduzione delle emissioni di CO2?

R2

Secondo lei vincerà la “Destra”?

R1

Così dicono i competenti, ma poi bisogna governare, e la “Destra” non è certificata per farlo. Non dispone del richiesto ESGP.

R2

Cos’è il ESGP?

R1

Lei è il classico giornalista salottiero che non studia, ma polemizza. ESG è un acronimo: Enviromental, Social and Governance ed è seguito da Rating. Per i gonzi, significa “Rating di sostenibilità”, e certifica che quell’organizzazione umana è sostenibile, dal punto di vista degli aspetti ambientali, sociali, di governance (sic!). Senza questo indice, imposto dal sistema, un’azienda non ha futuro. Le note iene-organizzazioni, tipo Cancel&Woke, grazie al ricatto ESG, possono distruggere qualsiasi azienda. E lo fanno, è il loro “cuscuta business”.

Come studioso del CEO capitalism ho aggiunto la “P” (Politics) al vecchio ESG: sono certo che presto estenderanno questo ricatto anche ai partiti politici.

R2

Quindi lei sostiene che la “Destra”, anche se vincesse nelle urne, anche se il Parlamento dovesse insediare il suo Governo, per governare dovrebbe essere certificata ESGP? Lei mi starà mica scivolando nel complottismo colto?

R1

Sono divertito dai tre Partiti di Destra, così fanciullescamente fiduciosi, non solo di vincere, ma di governare. Anche se vincono, il governare è tutt’altro, a meno di appecorarsi al sistema, come ha fatto la “Sinistra” da trent’anni a questa parte. Giochino pure al piccolo chimico, “… tanto c’è il pilota automatico”. Lo disse proprio Mario Draghi, addirittura nel 2013.

Queste cinque parole rappresentano il cuore del modello, valgono una Costituzione. Ci rifletta, in quelle cinque parole c’è la ciccia di questa intervista, perché esse rappresentano, plasticamente, il tabernacolo del sistema al potere. Altro che le elezioni! Che valenza possono avere, chiunque le vinca, stante la configurazione data dal “pilota automatico”?

R2

Scenari, domande, parole laviche le sue. Però, mi scusi, non la capisco. In base alla sua età anagrafica, dovrebbe essere ai giardinetti, rincoglionito da un pezzo, invece, sfruttando la sua padronanza giornalistica delle “analisi in contro intuizione”, si permette valutazioni fuori sacco, senza farmi capire perché me le propina. Sembra essere lei che intervista me! Quale è il suo obiettivo?

R1

Spiegare ai 17.000 lettori-abbonati di Zafferano.news (un’oasi di riflessione e di tolleranza, lo ricordi), e quelli che, bontà loro, mi leggono su altri giornali, cartacei o digitali, cioè un piccolo spicchio di persone perbene, perché il 25 settembre andrò al seggio, e voterò, orgogliosamente, “scheda bianca”.

R2

D’accordo, anch’io provo ribrezzo intellettuale verso il mondo “cancel&woke”, ma come può una “scheda bianca” di quattro gatti, liberarci da una potente organizzazione fascistoide, presente nelle stanze dei bottoni dell’Occidente, addirittura nei gangli strategici di Bruxelles, del Congresso, della Casa Bianca?

R1

Separare le responsabilità, quindi fare un investimento sulla Gen. Z. (i miei nipoti sono tutti Z.). Appartengo a una generazione che ha vissuto una serie di cambi di regime, attraverso guerre, rivoluzioni, rivolte. Risultato finale? Novant’anni dopo mi ritrovo con un modello tecnicamente fallito ma tuttora dominante, come il CEO capitalism, circondato da esaltati cancel&woke che stanno distruggendo i miei valori di riferimento.

R2

Perché è successo?

R1

Perché abbiamo accettato che tutti i posti di potere fossero occupati da chi credevamo fossero leader illuminati, mentre, gratta gratta, erano solo vecchi fattori politicamente servi.

R2

Come uscirne?

R1

Sono fiducioso. Lo faranno i nostri giovani della Gen Z . Dobbiamo rischiare un ringiovanimento selvaggio nei posti di potere.

R2

Come?

R1

Saranno loro a rifiutare lo stile di vita del “consumatore seriale” nel quale li hanno incartati come fossero caramelle. Sono certo che privilegeranno la vita all’impiego, la qualità del lavoro al salario, rifiuteranno la selvaggia competizione interpersonale, l’osceno giochino guerra-pace, il criminale monopolismo amazoniano, le buffonate del metaverso, l’ignominia del “mondo cancel&woke”.

Quando smetteranno di guardare verso il basso lo schermo del loro smartphone, e alzeranno gli occhi al cielo, scopriranno le stelle, e cosa significa essere cittadini liberi.

R2

La vedo emotivamente molto carico!

R1

Era il sogno della mia generazione, quella detta Silent Generation, che si è trovata nella tempesta (quella sì perfetta) del decennio criminale 1929-1939. Perché tutte le sconcezze del Novecento sono cominciate lì. E malgrado gli sforzi di molti di noi, così sono rimaste, peggio, anziché distruggerle le abbiamo oscenamente riverniciate. I cancel&woke di oggi sono i nazi-comunisti di allora, parlano inglese, anziché russo o tedesco.

Impariamo a guardare le stelle, a rispettarci, a volerci bene, la “scheda bianca” sia l’inizio della nostra “marcia del sale”, sia un voto rivoluzionario perché zuppo di umanità. Come diceva quello: “… i pensieri che incedono con passi di colomba guidano il mondo”. Sì, un giorno, questi ragazzi guideranno il mondo. Ne sono certo.

Caro amico, ora basta, sono stanco, molto stanco, vado a riposare.

© Riproduzione riservata.
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