L’artista appena scomparso ha fatto sì che molte scene siano rimaste impresse nella mente di tutti grazie al contributo delle sue composizioni.
Gigantesco nel campo della musica da film, il musicista greco è però impossibile da etichettare; certo è che ha fatto ruotare il suo percorso intorno alla volontà di sperimentare, ogni volta alla conquista di un traguardo nuovo. Genio dell’elettronica, Vangelis - incredibile a dirsi - non aveva formazione musicale: non ha studiato la teoria, non ha seguito lezioni. Puro istinto naturale, autodidatta sempre, guidato da una sensibilità musicale rara. Qui possiamo seguirlo in un’improvvisazione realizzata nel suo studio; il video è tratto da Vangelis at the journey to Ithaka - 2013, documentario che tutti i suoi fan dovrebbero vedere, scoprendolo così anche pittore.
Nell’immaginario del Maestro la scimmia (blu) suona il jazz o meglio Le singe bleu dondola a ritmo di un blues/jazz mentre in questo video sentite L’ours musicien sulle immagini di due orsetti polari per i quali le note di un vibrafono saltellano dolci e scherzose. Sono i suoni di L’Apocalypse des Animaux, album per il documentario del 1973, periodo in cui Vangelis porta la musica nel futuro precorrendo correnti musicali che nasceranno poi: minimalismo, genere ambient, new age.
Lo straordinario è che già negli anni Settanta anticipa l’elettronica che sarà, influenzandone la scena mondiale.
L’artista si proietta nel futuro anche andando alla conquista musicale dello Spazio, cifra della sua lunga collaborazione con NASA e anche con ESA che lo coinvolge nel progetto tributo del 2018 alla morte di Stephen Hawking. Vangelis scrive un omaggio musicale ad hoc - in cui è inserita la voce sintetizzata dell’astrofisico - che da una stazione terrestre dell’ESA è inviato verso il buco nero più vicino alla Terra. Lo raggiungerà tra circa 3500 anni.
Chiudo con un’altra sua conquista, iconica e nota a tutti. Ve la ripropongo qui nell’interpretazione dell’autore che ad Atene suonò la sua Conquista del paradiso (per il film 1492, Cristoforo Colombo). Una rarità perché Vangelis detestava suonare in concerto.