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Un vecchio bianco, per antico pelo

Ed ecco verso noi venir da Davos un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: “guai a voi, anime prave”. Con le stesse infernali parole Henry Kissinger ha cercato di spiegare ai ricconi riuniti sui monti svizzeri che, senza un passo indietro di Zelenski sulle sue legittime pretese, la guerra continuerà ad asfaltare l’Ucraina e probabilmente a contagiare il resto del mondo.

A 98 anni il Caronte della diplomazia americana ha ricordato ai paesi occidentali che la Russia è importante per presente e futuro dell’Europa, e che è meglio non farsi prendere dalle emozioni del momento. Kissinger si aggiunge ad altri vecchi bianchi, come Noam Chomsky, Jurgen Habermas, John Mearsheimer (di cui raccomando questo video da tempi non sospetti) che da mesi mettono in guardia sullo stesso punto. Nessuno nega il diritto dell’Ucraina a difendersi, ma nel dare missili provando a dire che non si è partecipi della guerra si fa solo entropia, cui la Russia risponde con maggiore ferocia e maggior distruzione, sia del paese invaso, sia dell’economia mondiale.

Giustamente il Presidente ucraino non ha preso al meglio il discorso di Kissinger, dicendo che il suo calendario sembra ancora fermo al 1938 e che invece di Davos forse pensava di essere a Monaco. Meno correttamente s’è schierata tutta la stampa mainstream, tutti Competenti a prendere in giro le condizioni fisiche e mentali del quasi centenario, augurandogli una pronta dipartita. Tutti a criticare la persona, come in passato già fatto per gli altri vecchietti, e nessuno capace di rispondere con la logica. È logico tenere una popolazione sotto le bombe di un invasore che non ha remore di sorta, da mesi? È logico portare l’economia mondiale all’ennesimo tracollo dopo che manco avevamo recuperato dal virus? Il gioco vale la candela?

Dalle comode poltrone affacciate sui prati rasati col cartello “We want Peace”, dire che è ingiusto cedere al ricatto ed alla violenza di Putin è facile, come facilissimo esser certi dell’illegalità dell’invasione russa. Ma la guerra è per sua stessa definizione la negazione di etica e di legge, e per logica lascia poche possibilità: distruggi o vieni distrutto, ti arrendi o il nemico capitola. Forse Zelenski è sinceramente convinto di poter vincere, ed è corretto lo sia per tenere unito il paese e motivare i suoi soldati. Meno corretto lo siano i leader degli altri paesi occidentali, che ricevono i report militari e vedono la distruzione in corso, e contano i milioni di rifugiati di cui devono pagar la cura. Solo negli ultimi giorni la Polonia ha chiesto a Bruxelles di pagare per i tre milioni di rifugiati che s’è presa in casa, per cui finora ha solo ricevuto 144 milioni di euro.

La risposta a quelle domande è ovvia, non serve Caronte per spiegarcela. Poco alla volta i media passeranno l’Ucraina in seconda fila, dietro all’ennesima strage scolastica americana, alla vittoria sportiva del momento, la crisi sentimentale di qualche VIP da passerella, e poi i politici saranno liberi di pensare alla nuova crisi del momento. Sarà il virus delle scimmie, sarà una fiera paesana, si troverà il modo di uscire dal vicolo cieco in cui morale e legge vogliono una cosa, ma la logica quella opposta. Prima ne usciamo, meglio è per gli ucraini e per tutti.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro