Musica in parole


I violini di Odessa

Nella Città sul Mar Nero resiste un vecchio detto: se un bimbo a Odessa cammina per strada senza una custodia di violino, è solo perché suona il pianoforte.

Odessa e la musica: un binomio antico per la città cosmopolita che, riportava anni fa il New York Times, “ha rifornito a lungo le sale da concerto del mondo con i suoi prodigi musicali”. Pianisti sì, ma soprattutto superstar del violino come David Ojstrach, Igor’ Ojstrach, Nathan Milstein e molti altri perché è davvero lungo l’elenco dei violinisti famosi che han studiato a Odessa o che son musicalmente cresciuti con il metodo di Pyotr Stolyarsky, violinista ucraino e pedagogo della musica, fondatore nel 1933 della scuola per talenti musicali precoci che porta il suo nome (Odessa Special Stolyarsky Music School).

Il Maestro riponeva grandi aspettative nei bimbi in cui individuava il talento e che valutava senza sconti al momento dell’ammissione. Secondo le testimonianze, prima ancora di insegnare la tecnica violinistica stimolava curiosità e creatività, incoraggiando tutti a sviluppare presto un pensiero indipendente.

La Stolyarsky School (aperta anche ad altri strumenti) ha continuato ad essere una fucina inarrestabile di virtuosi del violino anche dopo la scomparsa del fondatore. Eduard Grach, Zachar Bron, Pavel Vernikov, sono solo alcuni tra gli allievi - e allievi degli allievi - che ne han custodito e trasmesso gli insegnamenti; il famoso metodo che ha fatto di Stolyarsky uno dei padri della scuola di violino sovietica.

I violini di Odessa sono d’oro: “Golden Violins” è infatti il titolo del festival dedicato allo strumento. Uno dei progetti con i quali la Città negli ultimi anni ha intensificato le occasioni per richiamare virtuosi da tutto il mondo e anche giovani talenti, come i partecipanti al concorso internazionale per violino. Questo e gli altri eventi legati al violino, nel 2021 sono stati dedicati al 150° della nascita del Maestro Stolyarsky.

Il musicista, evacuato da Odessa nel 1942 durante la guerra, morì nel 1944. La sua scuola era appena stata distrutta dai nazisti; dopo il conflitto fu ricostruita grazie a familiari, amici ed ex studenti, David Ojstrach in particolare. Fino ad oggi è stata - e di certo vuol continuare ad essere - la casa musicale di bimbi e ragazzi di talento.


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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro