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Rifugiati o immigrati illegali?

Il confine tra Messico e Stati Uniti è da sempre testimone della sofferenza di milioni di persone che per sfuggire a violenze, persecuzioni politiche e povertà, lo attraversano illegalmente per poi cercar fortuna in America. Questo è un classico esempio in cui logica, legge ed etica non vanno assieme. 

L’etica vorrebbe che la sicurezza, salute e libertà della persona venissero prima degli adempimenti di legge, la logica dice che se facciamo entrare tante persone poi è impossibile far riuscire chi non ha i requisiti, la legge non transige: senza carte in regola, stai fuori.

Ogni Presidente ha una bella gatta da pelare su questo confine, perché le comunità locali soffrono di violenza indotta dalle bande criminali che ci lucrano, sfruttamento dei lavoratori e della prostituzione, e con l’arrivo del Covid anche la massima ipocrisia del rifiutare un immigrato perché non ha il green pass. Pensa te: al tuo paese magari ti sparano, non hai un piatto in tavola, e ti devi ancora preoccupare del booster vaccinale. Lontano dal confine invece, nei salotti chic e nei country club, fa molto figo e non impegna stracciarsi lo chiffon per tutti i casi umani che i media mettono in mostra.

Due anni fa tutti ad inveire contro Trump per la sua idea balzana di alzare il muro, per i minori separati dai genitori, per la richiesta di interrompere il programma DACA di protezione dei bimbi portati in USA senza nessuna colpa. Arriva Biden e la musica non cambia, il confine resta pressoché chiuso, grazie anche alla gabola del Covid. Ma adesso arrivano gli ucraini: 15.000 persone in due mesi di invasione.

È un numero che fa ridere rispetto agli oltre 5 milioni che son già scappati in Europa, ed è interessante che alcuni paesi siano pronti a dare armi e soldi ma molto restii nell’accogliere chi non sa più come cavarsela. La Polonia ne ha presi 2.8 milioni, il Regno Unito non arriva a 80.000, ma almeno dà anche un pacchetto di patatine ed un KitKat all’arrivo a Dover. Questi 15.000 ci mettono veramente in fondo alla graduatoria, visto che con i miliardi che mandiamo all’Ucraina in armi e finanziamenti li potremmo accogliere tutti in hotel di prima categoria.

Di fronte a numeri del genere il nostro Biden ha deciso: diamo 100.000 permessi umanitari a chi abbia almeno un parente o amico americano che lo possa sponsorizzare, ed ospitare in casa. Il permesso umanitario consente di entrare nel paese e lavorare per un periodo massimo di due anni, entro i quali dovranno essere fatte tutte le pratiche per l’immigrazione definitiva. Nel 2021 avevamo utilizzato lo stesso permesso per 70.000 afgani, che ora stanno facendo le pratiche per lo status di rifugiato, ma nello stesso anno son stati dati solo 11.000 di questi permessi, quindi, prima di ammetterli tutti, passeranno parecchi anni.

La Banca Mondiale stima in oltre $60 miliardi i danni per riparazioni in Ucraina, Zelenski dice di averne già persi $550 e chiede al Fondo Monetario Internazionale altri $7 miliardi al mese per sostenere il paese. Considerando che passeremo i 6 milioni di rifugiati fuori dall’Ucraina, il costo per sostenerli sarà sui $288 miliardi per il paio d’anni necessario prima che si integrino nel paese che li accoglie.

Invece che pensare ad abbassare il riscaldamento ed innalzare il condizionatore, progettare il loro rimpatrio e ricostruzione dell'Ucraina appena finiti i missili sarebbe meglio. Logica ed etica vorrebbero pure che trattassimo tutti gli altri rifugiati allo stesso modo, ma finche' quelli han la pelle scura, le speranze son pochine.


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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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