Intanto in Giappone la Yamaha ha messo a punto un pianoforte collegabile con alcuni sensori al corpo di un ballerino i cui movimenti vengono trasformati in note: i tasti del pianoforte si attivano ad ogni passo di danza senza che nessuno li tocchi.
YuMi invece è un direttore d’orchestra robot: due bracci(a) flessibili e bacchetta d’ordinanza in “mano”, ha aperto il Festival Internazionale della Robotica (Pisa, 2017) dirigendo con successo Andrea Bocelli e l’Orchestra Filarmonica di Lucca.
Ormai è un fiorir di performance di robot musicisti e di strumenti che degli strumentisti umani fanno a meno; solo in questo mese due esempi a Torino: uno è appunto il disklavier della Yamaha, al Conservatorio per un concerto riservato ai congressisti dell’AEC (Association Européenne des Conservatoires); il pianoforte dalle molte funzioni, senza bisogno del pianista esegue il brano composto per lui dai nostri studenti di musica elettronica: i tasti si abbassano e si alzano in modi e velocità umanamente impossibili.
Viceversa un normale pianoforte può essere suonato da Teo Tronico, pianista robot ospite al Festival della Tecnologia organizzato dal Politecnico torinese: ha pochi anni di vita ma ha già fatto il giro del mondo ed è grado di riprodurre qualsiasi file Midi suonando a velocità impressionante perché di dita lui ne ha 53. Teo è simpatico, indossa l’abito da concerto e diverte: la maggior parte della sua attività è stata finora a scopo divulgativo, impiegato spesso in lezioni concerto per le scuole.
Noi musicisti umani ci sentiamo circondati e soprattutto i più giovani non sanno se preoccuparsi o interagire con questi “colleghi”; per ora ci divertiamo perché i video sul tema sono accattivanti: quelli con Teo Tronico mostrano anche il divertimento di chi ha collaborato con lui tra cui i Berliner Symphoniker, Stefano Bollani, Lang Lang (https://youtu.be/Y5DECAneSfc) e lo spasso di molti bambini che incuriositi ascoltano Teo, lo avvicinano e così si lasciano anche piacevolmente sorprendere dalla forza della musica.