La transizione non sarà immediata, se in alcune città del mondo, Boston in primis, è già realtà, l’Italia è in una fase di sperimentazione che vede coinvolte l’area metropolitana di Milano, Prato, l’Aquila, Bari e Matera. Siamo comunque di fronte ad un cambiamento profondo che coinvolgerà le società odierne, modificando nella forma e nella sostanza il nostro rapporto con la tecnologia. L’impatto complessivo avrà una riceduta diretta sulla nostra quotidianità, si trasformerà il modo in cui viviamo, lavoriamo e giochiamo.
La nuova modalità di connessione darà vita a nuove possibilità. La rete mobile sarà sfruttata da tutta una serie di servizi che fino ad ora sono stati ad appannaggio di altri mezzi, e al contempo farà nascere una serie di nuove applicazioni che a loro volta potranno creare nuove necessità, nuovi bisogni, e magari anche nuovi mercati?
Ci stiamo dirigendo verso l’Internet of Skills, termine coniato nel 2018 da Mischa Dohler, Professore in Wireless Communications al King’s College London, che si riferisce alla possibilità di mettere in relazione entità remote - persone con persone oppure persone con oggetti - con tempi di ritardo nella trasmissione dell’informazione ridottissimi, tanto da essere paragonati ai tempi di reazione del cervello umano.
La nuova modalità di connessione dovrebbe contribuire in maniera significativa allo sviluppo della guida senza pilota, alla crescita del mercato IoT potrà essere la svolta nel campo della realtà virtuale e della telemedicina, in campo medico – chirurgo. Nel significato di skill però sono si intende solamente le abilità umane trasferite alle macchine, ma anche la capacità delle macchine di emulare comportamenti umani in modo da rendere l’interazione il più naturale possibile.
Nascerà quindi la possibilità di essere fruitori di servizi di professionisti da ogni parte del mondo, ad esempio uno specialista potrà essere in grado di effettuare un’operazione chirurgica da remoto, attraverso l’ausilio della realtà virtuale, mentre il paziente sarà sotto i ferri di un robot.
Questo breve salto tra fantascienza e realtà però impone una riflessione rispetto ai tempi che stiamo vivendo. Nell’attuale sistema la tecnologia, ovvero nell’uso combinato di diverse discipline utilizzate per rendere più efficiente ed economica possibile la produzione di nuovi beni e strumenti, è ad appannaggio ad un numero rispetto di persone rispetto alla totalità degli abitanti del pianeta. Crescono e si polarizzano le disuguaglianze, oltre che a livello economico in termini culturali, di approccio di sviluppo di tutte quelle competenze necessarie che permettono la gestione della tecnologia e dell’innovazione.
Secondo il rapporto del World Economic Forum, nel giro degli ultimi 5 anni oltre un terzo delle competenze (35%) che sono considerate importanti nella forza lavoro sono cambiate, e inevitabilmente continueranno a cambiare. Le nuove generazioni, Millenials e GEN Z in primis, riusciranno ad essere il valore aggiunto del cambiamento?