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Biden vince oltre le aspettative

- Satira e realtà spesso si incontrano – Mr. Bean

Dopo quasi un anno di conflitto ucraino, Biden vince oltre le aspettative: sul campo di battaglia, in economia, nel teatro geopolitico internazionale, ed in politica domestica. Un cappotto in cui manco i suoi fidi sodali, da Nuland a Sullivan, speravano.

Il campo di battaglia è sotto gli occhi di tutti: l’Ucraina è in ginocchio, ampie aree sono rase al suolo, ma le conquiste russe sono nulla in confronto ai ragazzi morti e feriti in battaglia, mentre la resistenza ucraina tiene. Questa è la guerra migliore che gli USA abbiano combattuto da anni: con neanche il 5% del budget della difesa ($45 miliardi in armi ed aiuti), il comandante in capo ha segato il nemico di sempre, la Russia. E pochissimi i ragazzi americani uccisi o catturati: tombola.

L’economia americana, al contrario di tutte le altre, continua a tirare alla grande. Da un lato i rialzi dei tassi di interesse raffreddano l’inflazione, dall’altro il prezzo del gas quadruplicato consente di venderlo all’Europa con margini notevoli, per non parlare del “make American, buy American” che sta portando tante aziende europee ad aprir bottega qui, creando molti posti di lavoro. Nonostante il calo del settore tecnologico, il mercato del lavoro continua a crescere. E cosa dire di Raytheon, Boeing ed in generale del settore della difesa che sforna missili come non ci fosse un domani? Han fatto tombola pure loro.

Il teatro geopolitico volge a favore dell’amministrazione americana. La Cina non ha voluto rischiare un forte sostegno alla Russia, ed ha impiegato troppo tempo a capire che i lockdown non andavano più bene per le ultime versioni del Covid. All’improvviso i prezzi dei container son scesi da $20.000 ai normali $6.000, e la Cina non riesce più a causare problemi di approvvigionamento come nei mesi passati, ma soprattutto non vuole entrare in conflitto militare con gli USA. Il Pentagono non s’è fatto scrupoli a dire che Taiwan sarebbe indifendibile se attaccata dalla Cina, che bombarderebbero tutte le fabbriche di chip per evitare che finissero nelle mani sbagliate. Almeno per ora la Cina non vuole rischiare.

La politica domestica discende dai punti precedenti: la campagna militare è stata un successo pieno, ed anche se centinaia di milioni di dollari ed armamenti finiscono nelle mani sbagliate, son comunque dall’altra parte del mondo e non preoccupano. I repubblicani son costretti a far buon viso a cattivo gioco: possono indagare questa o quella fornitura, denunciare i corrotti, ma passa tutto in cavalleria. Con le aziende degli armamenti a pieno ritmo e la vendita di gas ai fidi europei che passa ogni record, l’economia americana ha raffreddato l’inflazione e tira più di un carro di buoi. Se anche le aziende digitali hanno licenziato decine di migliaia di dipendenti, le assunzioni in altri settori danno un saldo positivo di oltre 250.000 lavoratori. I repubblicani possono attaccare sull’immigrazione, sulle bugie sull’influenza russa e sugli affari ucraini di Biden, ma di fronte alla vittoria militare, ad un’economia in crescita, non ce n’è per nessuno. Altra tombola, tombale.

Quanto durerà questo stato di grazia? All’estero la Cina vuole aumentare export di prodotti ad alto valore aggiunto, dalle auto ai computer, e per farlo non può prendersi a missilate con l’America. In casa nostra i repubblicani non sono in grado di trovare ricette migliori dell’attuale: quando Biden ha fatto suo il Make America Great Again del vecchio Trump, ed ha pure continuato la stessa politica restrittiva sull’immigrazione, ha portato a casa il risultato. Serve uno scandalo per sparigliare le carte.


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