Notizie dagli USA


La prima gallina che canta

Domani sera avremo il nostro ennesimo Super Bowl, la finale del campionato di football americano che tiene incollati agli schermi anche perfetti ignoranti come me, motivati dallo spettacolo in tv e dalle abbuffate che proseguono per ore, con gli amici. A seguire i media come CNN, ABC, NYT e Washington Post, le notizie sul Super Bowl sono poche, spesso relegate in fondo. Anche l’avvicinarsi di San Valentino, col prezzo delle rose alle stelle, non trova copertura sui media: come mai?

Perché siam tempestati di Ucraina in tutte le salse: ed i russi stanno per invadere a momenti, anzi no attaccano mercoledì alle quattro del pomeriggio, e gli ucraini son nostri fratelli, mamma li turchi pure loro si mettono a parlare con Putin. Se poi il Primo Ministro ucraino si permette di dire che creare tutto questo bailamme li danneggia e fa solo il gioco dei presunti attaccanti, panico: ma come? Siamo qui per proteggervi come fratelli, cosa dite? E Schulz che non vuole perdere anni spesi a costruire l’arrivo del gas russo e dei treni cinesi? Alla Casa Bianca il suo incontro con Biden ricordava i film western: il Presidente in modalità Clint Eastwood pistolero ci assicura che North Stream 2 cesserà di esistere se l’Ucraina viene invasa.

80% degli americani è pronto ad ingolfarsi di ali di pollo e birra per una serata di football, ma non si riconosce fratello ucraino, e nemmeno molto interessato da quanto capita in Europa. L’inflazione al 7.5%, la spesa sanitaria fuori controllo col Covid che ancora uccide, gli sgravi per la famiglia promessi e mai arrivati, come molte delle promesse elettorali ancora disattese, sono argomenti che uniscono appunto l’80% di tutta la popolazione, a prescindere dallo schieramento politico. Addirittura, la crisi dei mussulmani in India riscuote più interesse delle litigate tra ucraini, russi e difensori della libertà.

A voler pensar male, si potrebbe immaginare che l’amministrazione Biden abbia chiesto ai media mainstream di distrarci, di non farci pensare a tutte le promesse elettorali ancora inattese, di unirci nella battaglia contro il famoso Impero del Male, descritto da Reagan nel 1983 nel pieno della guerra fredda e rischio di guerra termonucleare globale (leggetelo qui) .

Ma Putin, e specialmente i russi, han veramente voglia di fare un’altra guerra mondiale? In Ucraina non hanno nulla da guadagnare, difficile capire perché dovrebbero sparar missili. La speranza è che, proprio come a metà degli anni ’80, la gente si ricordi della canzone di Sting: “I hope the Russians love their children too” (spero che anche i russi amino i loro bimbi).

Il Presidente che chioccia a tutto spiano che la Russia sta per invadere, come se Putin aspettasse il suo via libera per tirar missili, ricorda il vecchio proverbio contadino: la prima gallina che canta, è quella che ha fatto l’uovo. Questa domenica del Super Bowl segna l’arrivo di 1.200 tonnellate di armi americane a Kiev: 14 aerei pieni di missili, altro che uova nel pollaio (qui).


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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro