IL Cameo


Ucraina come Cuba 1962

Come apòta non ho alcun interesse per la politica interna, molti invece per la politica estera, dove le regole sono chiare: il più forte e il più astuto, che spesso è anche il peggiore, comanda, e gli altri “a cuccia!” Per me la politica estera è un divertissement intellettuale, amo soprattutto osservare i contorcimenti mentali e di linguaggio dei potenti e dei loro maggiordomi, annidati specie nei media.

Nell’Agenda internazionale, questa era stata configurata come potenziale “Guerra Russia-Usa”, con il rischio, per i più pessimisti, di scivolare nella Terza Guerra mondiale (sic!). In realtà è stata una “non guerra”, apparentemente lampo, infatti in una settimana sembrerebbe finito tutto (ma mai fidarsi). Per Twitter l’ho sintetizzata così: “La guerra è finita un giorno prima di quando Joe Biden aveva deciso che cominciasse”.

La CIA e la CNN (sic!), spinte da Biden, sfidavano Vladimir Putin ad invadere il Donbass, e a bombardare Kiev, fissandogli pure la data (mercoledì 16 febbraio 2022). Il giorno prima della (presunta) guerra, Putin ha fatto rientrare in garage i suoi carri armati, spiazzando tutti. Una figura da cioccolatai per l’establishment dem che aveva pure trasferito l’Ambasciata a Leopoli, dopo le scottature di Saigon e di Kabul. Che si inventeranno ora? Un Trattato tipo Versailles di una pace negoziata senza aver mai fatto la guerra? Vedremo, sono capaci di tutto. E lo dico di entrambe le parti.

In realtà, come tante altre guerre, finte o vere, anche questa non finirà mai, perché in politica estera non ci sono un buono e un cattivo, ma sempre due bastardi normali.

Come vecchio apòta, attento a tutti i segnali deboli, avevo capito subito che non era una cosa seria, ma una sceneggiata hollywoodiana senza il genio di Steven Spielberg. Solo i Cancel&Woke occidentali e nostrani, che curiosamente odiano alla morte il loro ex compagno del KGB, mentre amano alla follia lo Xi Jinping genocida degli uiguri, facevano il tifo per la guerra. Banale capire che c’era qualcosa di poco chiaro nella propaganda occidentale, e americana in particolare, quindi mi sono posto la domanda classica, però nella versione completa “cui prodest scelus, is fecit”, il colpevole del delitto è quello a cui giova.

In un’intera pagina di Italia Oggi del 15 febbraio, Pierluigi Magnaschi e Pino Nicotri fanno un’impeccabile (perché fuori dal mainstream) analisi su Ucraina, Russia, America, confortata il giorno dopo da Roberto Giardina, che da Berlino scrive e dimostra di una Russia “presa per i fondelli” dal 1991 in avanti. Ormai lo ammette pure il potente e filo americano Der Spiegel che le promesse non mantenute sull’Ucraina e in genere sui paesi dell’Est, sono tutte e solo anglosassoni.

L’obiettivo di tutti i Presidenti Usa è sempre stato lo stesso: portare l’Ucraina nella Nato e così poter piazzare i propri missili atomici a ridosso del confine russo, esattamente come voleva fare l’URSS a Cuba nel 1962. Quindi Putin si comporta oggi esattamente come John Kennedy allora. Incredibile la faccia di bronzo di Biden che minaccia sfracelli contro Putin se i “russi” del Donbass invadessero il resto dell’Ucraina, dimenticando che Kennedy usò esuli cubani di stanza a Miami, al suo soldo, e da lui super armati, per invadere Cuba nella mitica Baia dei Porci.

L’aspetto affascinante della politica estera è che tutto si ripete, nulla si dimentica, la scena è sempre dominata dall’oscenità dei comportamenti dei potenti, soltanto i quattrini, la forza, l’astuzia contano. È tutto falso ma tutto, ai lettori-ascoltatori gonzi, appare vero.

E poi c’è il business. Al solito, i loschi dem americani vogliono che noi europei, per non essere ricattati da Putin, dicono loro, si sostituisca il gas russo con quello americano liquefatto, trasportato via mare, quindi dal costo molto più alto (ovviamente a nostro carico). Come se ci fosse una differenza dall’essere ricattati da un oligarca ex comunista rispetto all’equivalente oligarca, pardon CEO, americano. Ci prendono per fessi? In politica estera padella e brace sono intercambiabili.

Poveri noi europei ridotti al rango di eunuchi di un imperatore il cui impero, già spaccato in due al suo interno fra woke e non woke, si sta sgretolando, ma manco se ne accorge. Questo è l’immenso problema di politica estera che noi europei abbiamo. Avere un socio arrogante e bombarolo come Obama, ignorante come Trump, confuso come Biden. Nessuno può aiutarci, dobbiamo smazzarcela da soli. Ci riusciremo? Prosit!

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