Musica in parole


Un texano in Russia

Oggi vi racconto una storia che risale al periodo della Guerra Fredda quando, dopo il vittorioso lancio dello Sputnik (1957), in Unione Sovietica fu deciso di mostrare al mondo la grandezza della cultura e scuola russa istituendo nel 1958 il concorso internazionale Tchaikovsky.

In giuria Shostakovich e altri pesi massimi della musica, non solo russi.

Nessuno a Mosca immaginava che a spiccare tra i pianisti concorrenti, tutti di alto livello, sarebbe stato un americano. La competizione era finalizzata a evidenziare la superiorità dell’URSS rispetto agli Stati Uniti ma un ragazzo partito dal Texas, lungo lungo e dalle grandi mani, scompigliava i piani.

La magnifica interpretazione di Harvey Van Cliburn dei concerti di Tchaikovsky e Rachmaninov suscitò l’entusiasmo del pubblico e per la commissione il texano meritava su tutti.

La vittoria di un americano era però così difficile da decidere che la giuria chiese al presidente sovietico se si potesse proclamare vincitore un cittadino USA. Nikita Krusciov rispose che se era il migliore allora andava premiato (c’è chi rimarca la lungimiranza della risposta sulla strada del disgelo, almeno in ambito culturale). Così il ventitreenne Harvey si aggiudicò una vittoria che andava ben oltre la sfera artistica.

I russi non mancarono di evidenziare la loro correttezza nel giudizio, di far presente che il giovane era allievo di una pianista di scuola russa (alla Juilliard School, New York) e affermare che il cuore di un pianista americano era stato conquistato dalla musica russa.

Al contrario il Time dedicò a Van Cliburn la copertina col titolo “Il texano che ha conquistato la Russia” e in America organizzarono un rientro da eroe al giovanotto che fu fatto sfilare in una fastosa parata per le vie di New York.

Ebbe una carriera trionfale, suonò per molti Capi di Stato (compreso Gorbaciov ospite di Reagan alla Casa Bianca, 1987) e tenne rapporti col mondo culturale sovietico (morì nel 2013).

Negli States la vittoria del pianista suscitò una specie di orgoglio artistico nazionale, mise la musica classica in gran luce e subito partì una raccolta fondi per l’istituzione del primo concorso internazionale Van Cliburn, che si svolse nel 1962 in Texas come risposta al concorso di Mosca.

Da allora entrambe le competizioni si svolgono ogni quattro anni, han mantenuto l’alto profilo e ampliato le categorie di partecipazione.

E veniamo all’oggi: la Federazione che sostiene i concorsi internazionali di musica (WFIMC) dopo l’invasione dell’Ucraina ha escluso dai suoi iscritti il concorso Tchaikovsky (la cui prossima edizione è prevista comunque l’anno prossimo).

Il concorso americano intanto ha espresso forte riprovazione per l’invasione dell'Ucraina, ma ha inteso non escludere i pianisti di origine russa dall’edizione 2022, anche ispirandosi alla vicenda di Van Cliburn.

Per la cronaca, la finale di giugno in Texas ha avuto la seguente classifica:

Yunchan Lim, Sud Corea, primo premio (straordinario talento di 18 anni)

Anna Geniushene, Russia, secondo premio

Dmytro Choni, Ucraina, terzo premio

Ora aspettiamo il Tchaikovsky 2023.

Per chi fosse incuriosito dalla storia di Van Cliburn aggiungo il video che lo vede vincitore a Mosca; qui  la sua interpretazione di Tchaikovsky.


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