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Thanksgiving, quando l’America ringrazia

Scrivo questo pezzo il fine settimana di Thanksgiving, che parte dal giovedì delle feste in famiglia con abbuffate di tacchino e dolci di fronte alla TV, seguito dal Black Friday dove in crisi glicemica ci si avventura come zombie nei negozi, per terminare con interminabili code per il rientro a casa.

Quest’anno circa 50 milioni di americani sulle strade, quattro sugli aerei: il fine settimana peggiore per viaggiare.

Mentre i consumi generali son cresciuti del 2%, nonostante l’inflazione, è andata molto bene per l’e-commerce, con oltre $9 miliardi di spesa, di cui la metà passati da cellulare. Particolare attenzione va a tutti i prodotti alimentati da chip, per cui l’amministrazione Biden cerca di bloccare le aziende cinesi e dare una spinta alle produzioni locali. Con il Chips and Science Act dello scorso agosto, l’amministrazione ha dato $52 miliardi di finanziamenti a fondo perduto ed altri $200 di incentivi alla ricerca e sviluppo elettronica, l’equivalente del doping da cavallo per l’industria elettronica domestica.

Mentre TSMC e Samsung presidiano la produzione dei chip in Asia, e stanno costruendo fabbriche negli USA per evitare i dazi, un’occhiata al resto della catena del valore, dalla progettazione, allo sviluppo software e commercializzazione, ci dice che l’America controlla già il 47% del mercato globale. Più specificamente, il 40% del valore dei chip mondiali viene creato in America, che consuma solo il 25% di tutta la produzione. Gli Stati Uniti sono particolarmente forti nella progettazione del chip, nello sviluppare la logica di funzionamento e nel progettare e produrre i macchinari che producono i chip. Ogni anno in America spendiamo $44 miliardi in ricerca e sviluppo sui chip, che è più di quanto facciano Europa, Giappone ed altri paesi. L’industria elettronica non sentiva un forte bisogno di denaro pubblico, perché questi finanziamenti rischiano di creare una bolla che poi si sgonfia con fallimenti e licenziamenti, oltre che creare spinte inflazionistiche.

Già questo Thanksgiving la disponibilità di cellulari, TV, automobili ed altri prodotti pieni di chip è migliorata sensibilmente rispetto ad un anno fa, ma la disparità con il mercato europeo sta portando ad un conflitto tra Bruxelles e Washington. Chips and Science Act e Inflation Reduction Act, i due provvedimenti con cui Biden incentiva la produzione di elettronica e tecnologie rinnovabili, uniti alla crescita dei prezzi di gas e petrolio dovuta alle sanzioni per il conflitto ucraino, stanno portando molte aziende europee ad aprir battenti da questa parte dell’oceano. I politici di Bruxelles accusano il Presidente di voler sfruttare la guerra ad esclusivo vantaggio degli USA, ma son imbarazzati dal non volere, ne’ potere, rompere il fronte anti-Putin proprio ora che l’Ucraina riesce a recuperare i terreni invasi.

Tutto sommato in America abbiamo di che ringraziare, con tacchino ed inutili acquisti di puro consumismo. L’energia ci costa quattro volte meno che in Europa, il Covid uccide 2500 persone alla settimana di cui nessuno più si cura, e l’economia continua a tirare, seppure dopata. Gli avversari di sempre sono in difficoltà, chi coi missili, chi con in lockdown per Covid, chi con la protesta per il velo. I cugini europei si sono offesi, ma gli passerà, obtorto collo. Ci son tutte le ragioni per ringraziare.


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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro