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Elon pacifista

Invito sempre a seguire Elon Musk sui Twitter: fonte di curiosità e battute inesauribile, passa dal credibile all’incredibile senza sosta, quasi sempre divertente. Come ha detto lui stesso, l’Asperger (disturbo dello spettro autistico) gli rende difficile mantenere freni inibitori: spesso qualsiasi cosa gli passi per la mente in quel momento la dice, o peggio la scrive ad oltre cento milioni di follower sul social media.

In alcuni casi la fa per davvero: dalla vodka, al lanciafiamme, ai razzi che parcheggiano in retromarcia. E’ quindi corretto prendere con le molle qualsiasi cosa arrivi da questo vulcano.

Ad inizio mese ha dato il meglio di sé, proponendo un sondaggio sul modo migliore per finire il conflitto ucraino. Tra le proposte da votare, quella di rifare il referendum per le province russofone con il patrocinio e controllo dell’Onu, Ucraina fuori dalla Nato, e lasciare la Crimea alla Russia visto che è sempre stata loro. Idee di buon senso, già avanzate da altri personaggi famosi prima di lui, discutibili ed affinabili finche’ si vuole. Invece nel suo caso è venuto giù il mondo: da Zelenski alla selva di giornalisti e politici benpensanti, tutti a denunciarlo di putinismo e riempirlo di insulti.

Musk ha giustamente fatto notare che i 20.000 terminali Starlink e tutti i satelliti che lui ha messo a disposizione sborsando $80 milioni propri, mentre dal governo USA ne ha ricevuti $3 di rimborso spese, lo rendono il primo supporter dell’Ucraina, nessuno ha fatto meglio di lui. Dopo le sue donazioni, ha anche dovuto sfangare una serie di attacchi cyber che i russi hanno lanciato verso le sue aziende. Niente da fare, Elon è putinista, nonostante le telecomunicazioni, il traffico ferroviario e le attività militari siano basate sulla sua tecnologia satellitare. E se ha fatto queste donazioni, è solo per tornaconto personale: cornuto e mazziato.

Nelle ultime ore il governo ucraino ha corretto il tiro: son rimasti sorpresi che la richiesta di estendere Starlink per attaccare la Crimea sia stata rifiutata, ed han notato strani problemi di funzionamento nei collegamenti satellitari. Compreso meglio il fatto che è meglio aver Musk al fianco che contro, sono ripartiti coi ringraziamenti all’illuminato imprenditore, perché continui ad aiutarli.

Se comprensibile che gli ucraini abbiano visto queste proposte di Musk con la bava alla bocca, non si capisce perché la stampa occidentale non abbia trattato la cosa con maggior distacco. Musk non ha detto nulla di diverso dal Papa, da Kissinger e molti altri personaggi interessati alla pace, a riportare milioni di rifugiati a casa, ad evitare la completa distruzione del paese, a limitare i morti. Come si fa’ ad insultarli tutti e dire che sono pro-Putin? È assurdo ed ipocrita.

Ho la fortuna di conoscere persone scappate da Putin, dopo essere state arrestate ed interrogate in malo modo per aver protestato contro l’invasione ucraina. Da mesi decine di migliaia di russi entrano ed escono di prigione, rimediano la manganellata di turno, e cercano di opporsi a questa violenza. Nelle ultime settimane, dopo l’istituzione della leva parziale, 200.000 persone han lasciato il paese. Perché non accoglierli a braccia aperte? Perché costringerli ad andare solo in Georgia e Kazakistan?

Il 3 marzo ho scritto su questa rubrica come sarebbe andata l’invasione, non serviva essere dei geni geopolitici per arrivarci. Scrivevo: “A prescindere da un grande reset nucleare, sembra che i vincitori saranno gli USA, che hanno influenzato la politica ed economia ucraina per il vero obiettivo, quello di mantenere il controllo dei traffici economici di gas russo e merci cinesi dirette in Germania, e da lì al resto d’Europa. Gli ucraini ne usciranno bastonati, con milioni di rifugiati a spese dell’Europa ed un paese da ricostruire, i russi altrettanto impattati da un’economia asfaltata ed un Presidente che deve ritirarsi, e pure i cinesi avranno perso tempo nel loro piano di conquista dell’economia globale. Ma un ritardo di qualche anno per loro è solo noia, non una sconfitta.

Sarebbe ora di chiudere questa vergogna, per il bene di tutti i poveracci in sofferenza. Che siano le proposte di Musk o altri, occorre fermare la guerra, e per farlo è particolarmente importante il supporto ai russi che pensano con la propria zucca, perché se son loro a fare in modo che Putin si ritiri, è meglio per tutti.


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In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro