Notizie dagli USA


Il latte svizzero in prima classe

In America amiamo la Svizzera, in primis perché neutrale, per il fatto che dal 1853 le relazioni sono serie ed affidabili, ci spediscono ottimi prodotti, ed ospitano al meglio turisti e ricconi. Da una settimana ci mandano anche il latte in polvere per i bimbi, perché non ne abbiamo abbastanza. 

Come si faccia a mandare $40 miliardi di aiuti militari ai fratelli ucraini, e non avere latte per i propri pupi, è l’ennesimo esempio di mala gestione che casca come una tegola sulla capoccia di Biden. Com’è possibile che gli Stati Uniti restino senza latte per la prole?

Innanzitutto, la fabbrica dell’Abbott che produce questo latte in polvere in Michigan è bloccata a causa di irregolarità igieniche, e la FDA giustamente pretende che queste siano messe a posto prima di riprendere la produzione. Questo blocco significa che sugli scaffali americani abbiamo solo il 40% della quantità normalmente disponibile, con molti supermercati e farmacie fuori scorta. A questo calo di produzione si aggiungono i genitori impanicati che comprano confezioni come fosse una carestia, e le scorte già basse, si azzerano. Abbiamo mamme che ogni settimana guidano per ore alla ricerca della preziosa ricetta, disperate: desperate housewifes.

In secondo luogo, abbiamo ripreso a far bambini. Appena iniziato il Covid ed i lockdown, vuoi la paura del virus, vuoi la possibilità di incollarsi a Netflix, la natalità era diminuita notevolmente. Finite le serie in TV ed usciti dal lockdown, i giovani americani si son riprodotti come ricci, ed appena hanno avuto il pupo in braccio si sono avventati sul latte in polvere. Biden è arrivato ad invocare il Defense Production Act, la legge da usare in tempo di guerra per costringere le aziende a produrre qualsiasi cosa serva alla difesa della patria. Trump l’aveva usata per produrre milioni di maschere e filtri dell’aria nel primo anno dell’epidemia, ogni Presidente ha la sua crisi.

Sorge spontanea una domanda: ma come fate ad avere una sola fabbrica in tutti gli Stati Uniti? Pare idiota. In effetti lo è: il 90% del mercato è controllato da quattro aziende, Abbott, Perrigo, Nestlè e Mead Johnson, che nel corso degli anni hanno fatto lobby a Washington per vietare l’import da Europa, Canada, ed altri paesi di prodotti concorrenti. Come se nel resto del mondo civilizzato non sapessero fare latte in polvere per i bimbi, per cui invece ringraziamo il chimico tedesco Justus von Liebig, che l’ha inventato e venduto dal 1860 (raccomando cenni di storia della lattazione qui).

Adesso gli Svizzeri ci mandano il loro latte in polvere, ovviamente ipoallergenico e di primissima qualità, stivato su aerei di linea pagati dalla Casa Bianca. All’improvviso il latte estero va benissimo, guarda che sorpresa. Ma il vero motivo della debacle è la mancanza del mercato libero, quello in cui domanda ed offerta si incontrano ed attraverso opportune oscillazioni di prezzo consentono a venditori e compratori di regolarsi. I prezzi aumentano fino a quando i fornitori riescono a riempire gli scaffali, rapidamente. Nel caso del latte in polvere, come pure di medicinali e tanti altri prodotti e servizi, aver lasciato mano libera alle lobby di Washington ha portato a tariffe e barriere che impediscono il libero scambio di mercato, partendo dall’importazione di un prodotto semplicissimo da produrre in tutti i paesi del mondo. Svelato il mistero della mancanza di latte in polvere, speriamo al Congresso si sveglino a riaprire questo ed altri mercati ingiustamente oppressi da accordi lobbistici.


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