Notizie dagli USA


La colpa di Will

Durante la peggiore cerimonia degli Oscar che si ricordi, il simpatico Chris Rock scherza sull’alopecia della moglie di Will Smith che, vista la faccia offesa della moglie, sbarella. Il Principe di Bel Air va sul palco e tira uno schiaffo molto teatrale al comico, che non capisce nemmeno se vero o falso, e prosegue con insulti che chiariscono al mondo che Will è veramente nero. Panico.

Will Smith è solo il quinto nero a vincere un Oscar per migliore attore, e viene giustamente preso ad esempio dalle generazioni più giovani per il suo supporto alla causa razziale, come prima di lui fecero Hattie McDaniel, Denzel Washington e Sidney Poitier. Questa reazione violenta alla battuta di Rock lo dipingerebbe irascibile in Italia, ma qui in America è molto peggio: è lo stereotipo del nero.

Smith ha provato a metterci una pezza, con mille scuse mentre piangendo accettava il suo primo Oscar, e poi nei giorni successivi prostrandosi alla Fantozzi e lasciando l’Academy, ma riusciremo a perdonarlo? La triste realtà dei neri d’America è proprio la rispettabilità, che consente ad un bianco di cavarsela con comportamenti molto sopra le righe, mentre un nero non se li può mai permettere, nemmeno se è uno degli attori migliori del mondo.

In questi giorni abbiamo visto lo stesso problema nelle audizioni al Congresso per confermare Ketanji Brown Jackson come futuro giudice della Corte Suprema. Domande, tono di supponenza e provocazioni razziste per fortuna non hanno scalfito la calma suprema ed il totale rispetto per le istituzioni che ha mostrato la Jackson, ma politici e media l’hanno criticata comunque, quando nessuno è stato maltrattato come lei.

Eccola qui, spiattellata, la colpa di Will: è nero. Un qualsiasi altro marito, di origini italiane, irlandesi, quello che vuoi se di colore chiaro, di fronte all’offesa alla moglie avrebbe sicuramente reagito con forza, magari senza lo schiaffo teatrale ma con termini robusti, e tutto sarebbe passato in cavalleria. Invece no: una pletora di giornalisti e competenti gli lancia strali ed accuse infondate. Tra chi deduce che se si comporta così è sicuramente violento anche a casa (cosa assolutamente infondata), chi gli mette sulle spalle il peso del riscatto dei neri, chi addirittura proclama che avrebbe potuto uccidere Chris Rock, falsità in purezza.

Adesso Will Smith dovrà iniziare una saga di pentimenti, donazioni a cause nobili, campagne stampa milionarie solo per combattere l’ipocrisia razzista che ancora abbiamo nel nostro paese. La speranza è che il suo percorso in 37 anni di palcoscenico, sempre sotto i riflettori e passato ai raggi X, alla fine dimostri l’ovvio: cinque minuti di escandescenze, chiudiamola lì e guardiamo avanti. Il problema non è lo schiaffo di Will, ma la reazione ipocrita a cinque minuti di escandescenze.


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro