Maestri


Christo, un rivoluzionario gentile

Christo - scomparso la scorsa domenica a 84 anni - iniziò a impacchettare le sue opere a Parigi negli anni ‘60 sulla stregua della Arte Pop (che in Francia, dove viveva, si chiamava Nouveau Réalisme), le cui opere prendevano spunto dagli oggetti e dalle merci. La sua intenzione...

... era di uscire dall'idea di opera tout court e di imbalsamarla col cellophan: iniziò coi suoi quadri e poi con vari oggetti, e poi con dei modelli. Dopo l’incontro con Jeanne-Claude, compagna per la vita e artista essa stessa, iniziarono a inseguire lo stesso concetto su grande scala.

A mio parere la loro opera più straordinaria fu nel 1995 l’impacchettamento del Reichstag (con gli scalatori che si calavano dall’alto portando i teli) in una Berlino di nuovo libera, anarchica e  sperimentale, che cominciai a frequentare proprio in quel periodo, perché due cari amici avevano vinto una borsa di studio al Max Planck. Ho sempre considerato Christo e sua moglie dei visionari per i loro tanti progetti di impacchettamento di vari luoghi, tra cui il Pont Neuf, alcuni riusciti altri no.

Fino a quando Christo non decise e fece il modo, dopo anni di battaglia (i grandi artisti son determinati, sempre), di far camminare le persone sulle acque, in un progetto "democratico" dalle sfumature sacrali. Ne nacque la grande installazione dal titolo "The floating piers" sul lago di Iseo: comunque la si voglia intendere, una delle opere più memorabili degli ultimi decenni.

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In questo numero hanno scritto:

Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista