Supplemento


Spremuta di Camei

CONTE DA MISIRIZZI A STATISTA GLOBALE

Ho vissuto la crisi di Conte 1 in poltrona, accumulando ore e ore di talk e di maratone tv (mi sento come un comandante di 747) riempiendo gli spazi della pubblicità con i social, specie Twitter. Non credevo fosse tecnicamente possibile fare un’operazione di trasformismo in purezza in un amen, come invece mi aveva preannunciato un amico grillino, colto e spregiudicato. Si trattava, mi disse, di prendere un giurista di mezza età, totalmente sconosciuto, per 14 mesi considerato dall’establishment un misirizzi (i populisti d’antan lo tradurrebbero in “Ercolino sempre in piedi”, che Galbani regalava con i punti della “crema bel paese”), poi dopo un discorso in Parlamento contro colui che gli portava a firmare decreti di ogni tipo (e che lui li faceva serenamente suoi) e poi, oplà, trasformarlo in statista globale (considerato tale persino da Angela Merkel e da Donald Trump).

Solo grazie a uno così è stato possibile fare, in quattro giorni, un governo Conte Bis, semplicemente sostituendo il Pd alla Lega. Operazione geniale che ha lasciato senza parole l’establishment di Twitter. Così Twitter è tornato un luogo dall’atmosfera leggera e seria, ironica e divertente, come dovrebbe sempre essere. Un momento di relax ove scambiarsi tweet divertenti, mai offensivi e con l’occasione imparare qualcosa. In questo periodo sono scomparsi o tacciono i “competenti” di ogni colore e specie. Noi, cittadini normali, siamo finalmente sereni, Twitter è tutto nostro, di noi che non odiamo e non disprezziamo nessuno, soprattutto non cerchiamo di far passare per fessi gli altri. Temo che presto questo momento magico di Twitter finirà, comunque godiamocelo.

Dove saranno finiti i “competenti”? Sono certo che sono andati in convento a riscrivere la storytelling delle vicende del Governo Conte 1 (osceno) e del Conte Bis (sarà meraviglioso). Detto fra noi è solo la seconda parte della stessa operetta, il divertente Die lustigie Witwe di Franz Lear. La vedova allegra è la solita Hanna Glavari che rifiuta il Barone Zeta e si concede in matrimonio al suo primo, grande amore, Danilo.

Immagino che fra un po’ i “competenti” torneranno, ognuno con una storytelling nuova di zecca. Un consiglio, andate prima a presentare il vostro elaborato al Festival internazionale di narrazione di Arzo (comincia oggi), creato vent’anni fa dall’Associazione Giullari di Gulliver. Qua capirete la forza ancestrale del racconto e dell’ascolto. Al centro di una narrazione ci sono sempre infinite connessioni, che indagano e approfondiscono i cambiamenti, i timori, le speranze di una società che chiede solo di emozionarsi. Un consiglio: siate cauti nelle assumption: molti di noi sembrano fessi ma non lo sono.

La Lega butterà la colpa sul partito del No e sul complotto dei poteri forti, mentre in verità Matteo Salvini è stato semplicemente gabbato da Nicola Zingaretti che, a sua insaputa, era stato gabbato da Matteo Renzi, che però aveva sottratto il software originale a Dario Franceschini, oltre il quale c’è solo il Colle dell’Infinito. Se Salvini non si affretta a confessare la verità: “Sono andato per gabbare e sono stato gabbato, sorry”, rischia la ghirba.

I pentastellati si sono riprodotti per partenogenesi da Rousseau, erano dei “poveracci”, il voto li ha benedetti nel 2018, ora difendono il posto di lavoro come faranno i navigator. Non hanno capito che devono stare lontani dall’establishment, se lo tocchi diventi una App. Loro, a differenza di Salvini, non necessitano di una confessione pubblica dei loro errori, perché non sono umani ma App guidate da una piattaforma. E’ questa deve chiedere scusa.

Il Pd è ormai ridotto a uno zoo di animali domestici, un quarto di secolo di sudditanza all’establishment li ha resi eunuchi, la dabbenaggine di Salvini aveva offerto loro un’occasione irrepetibile per pareggiare i conti andando al voto in condizioni ottimali, liberandosi della tigna politica interna che da anni li devasta. Stupidamente non l’hanno colta e hanno fatto un’alleanza fra perdenti, per spostare più in là le elezioni.

Cari Di Maio, Salvini, Zingaretti, voi che, rispetto agli altri, sembrate persone per bene (l’essere stati sconfitti da le florentin depone a vostro favore) mi permetto di darvi un consiglio di tipo manageriale. Andate sulla rete e raccontate senza pudore la vostra sconfitta, e chi c’è dietro. Quando una leadership ha il coraggio di raccontarsi, di mostrare all’esterno anche i propri percorsi accidentati, le sfide non colte e le delusioni sofferte, gli entusiasmi eccessivi e i grigiori della routine, le apparenti vittorie e le sonore sconfitte, è una leadership viva. Viva significa che è ancora capace di imparare, unica condizione per poter insegnare, quindi governare. Auguri!


NOI ÉLITE SIAMO RIMASTI IN BRAGHE DI SETA

E adesso che fare? La parte più truce di noi élite è senza parole, si è chiusa in un imbarazzato silenzio, ha immediatamente prolungato le vacanze di una settimana per guadagnare tempo (per fortuna la tariffa alberghiera non è più quella di alta stagione). In realtà scopriamo che, proprio noi, professionisti del sapere, delle strategie, delle tattiche sofisticate, noi grondanti di titoli e di riconoscimenti internazionali di ogni genere, cosmopoliti per eccellenza, non abbiamo in berta neppure uno straccio di piano B. Proprio noi che ridicolizzavamo il vecchio accademico fissato dei piani B e C. Non ci posso credere.

Avevamo descritto il Truce come il Mussolini 2.0 preparandoci a un ventennio fascista (i più prudenti di noi avevano già riaperto le case a Saint Moritz e sul lago Ceresio), tutti i nostri amici cosmopoliti euro-americani, la loro stampa di regime, Silicon Valley, la Finanza globale, Vescovi, attori di Hollywood e nostrani, elemosinieri laici, influencer da miliardi di follower, ci stavano supportando perché ce ne liberassimo. Addirittura Francia, Germania, Olanda, Paesi scandinavi avevano mandato le loro flotte di ONG acquatiche all’attacco di Lampedusa per dare al Truce la spallata finale. Nostri giornalisti d’assalto avevano persino scoperto una fantozziana tangente russa in petrolio da trasformare in dollari (dove i birbanti avranno stoccato il petrolio?), e noi abbiamo subito sollecitato un intervento della Magistratura. Lo abbiamo fatto ob torto collo perché dei magistrati, in fondo, noi non ci fidiamo: pur avendo “solo vinto un concorso” (l’equivalente di “prima si faccia eleggere”), hanno dimostrato, a partire da Mani Pulite, di non rispettare i nostri tabernacoli. Diciamocelo, seppur in via riservata, i magistrati non potranno mai essere dei nostri.

E il Truce, anziché attendere la nostra spallata finale, che fa? Fa una mossa all’apparenza sbagliata, nel momento sbagliato, con parole sbagliate, con procedure istituzionali sbagliate e si suicida in diretta Facebook. Nei nostri protocolli non avevamo previsto che il Truce non fosse Mussolini 2.0 ma un banale sufflè sgonfiato. E scopriamo, con orrore, di non essere preparati alla bisogna. E poi nel mondo digitale il modello on/off può trasformare, in un istante, un leader, sia in un perfetto idiota che in un genio, dipende da come finisce.

E ora, non avendo il classico piano B, che succede? La scena, anziché prenderla, come avevamo previsto, il nostro agente politico all’Avana che si era subito impossessato in termini politici del fatto, la prende un avvocato dal curriculum (sterminato ma vacuo) che i nostri maggiordomi, 15 mesi fa, avevano già demolito, ironizzandoci sopra con eleganza. Al solito, sono emerse anche in questa vicenda, le nostre ataviche carenze nella valutazione delle persone comuni (noi pensiamo che chi non è élite sia necessariamente un maggiordomo, specie se è acculturato) ci ha portato a non riconoscergli una sua dignità.

Dopo un anno di bieco servilismo al leghista, l’avvocato si ribella, si toglie la mouchoir de poche, diventa l’Avvocato. In Parlamento demolisce il Truce, punto. Ma sull’abbrivio, demolisce pure il nostro agente all’Avana e i suoi intrallazzi da sacrestia, tenta di fare del Pd una scatola di tonno e, quel che è più drammatico, occupa il centro della politica. Ma il “centro” è il nostro tabernacolo, vorranno mica sottrarcelo? E noi? Non abbiamo colto l’attimo e adesso siamo in braghe di seta.


FINE SETTIMANA OSTETRICO

Non c’è dubbio che questo sarà un fine settimana all’insegna dell’ostetricia.

1 Vedrà la luce il campionato di serie A. La dirigenza dei vari Club in questi anni ha clamorosamente fallito: a) non è riuscita a diversificare i ricavi, così è rimasta disperatamente attaccata ai diritti televisivi, il cui costo è ormai sproporzionato rispetto al prodotto offerto nelle scorse stagioni; b) ha architettato un modo divertente per manipolare il conto economico e lo stato patrimoniale delle società, inventandosi (genialità in purezza) le cosiddette plusvalenze. Pensate che alcuni supemanager del settore sono definiti “maghi delle plusvalenze”. Mi ricordano i “geni” di Francoforte, di Bruxelles, di Washington (vedi punto 3).

Grazie ad una norma del decreto crescita (in realtà i giallo-verde ce lo avevano venduto in tutt’altro modo), ci siamo potuti permettere, grazie all’effetto Cristiano Ronaldo, di importare vecchie glorie come il geometra Lasse Schöne, il marsigliese Franck Ribery, il faraone Diego Godin, a costi di saldo. La Juve , sempre la prima in tutto, ha addirittura potuto garantire alla giovane gloria, il royal baby Matthjis de Light, uno stipendio annuo di 8 milioni netti, grazie allo sconto fiscale del decreto crescita (a lei anziché 14 mln le costerà appena 10, sic!). La frase della mia maturità “Non si esce vivi dagli Anni ‘80” (Manuel Agnelli degli Afterhours) assume oggi un significato particolare, più monito che opportunità.

2 Vedrà la luce il nuovo governo rosso-giallo. In realtà, in prima battuta, il “Presidente Primario” lo ha dovuto rimandare d’urgenza in sala parto, perché non erano chiari conformazione, perimetro, sesso. Faranno i trapianti del caso e si ripresenteranno fra 5 giorni. Mi permetto di suggerire al Presidente di fare, prima di battezzarlo, un “test DNA fai da te” (70 $ su internet). Ho infatti scoperto che siamo circondati da birbanti anche nel mondo dei “competenti”, addirittura della scienza. Il mitico NYT ha scoperto, grazie all’avvento dei test DNA fai da te, l’esistenza di molte persone gabbate da sperma taroccato. Costoro hanno scoperto che, anziché essere nati da uno “sperma di donatore certificato come da catalogo”, costosissimo, sono figli, molto più banalmente, del medico che ha eseguito l’intervento. Non siamo nei quartieri spagnoli di Napoli, quelli di Totò scienziato, ma nei templi della scienza moderna di paesi mito della ricerca genetica, Stati Uniti e Olanda, e i casi sono molti, alcuni professori sono padri di decine e decine di sfigati.

3 Vedranno la luce due documenti elaborati a Biarritz, dove si riuniscono i 7 chef “padroni del mondo”, e a Jackson Hole dove per 48 ora sono stati ai fornelli i superchef “padroni dei padroni del mondo”. I primi continueranno a bisticciare se siano meglio le ricette dell’austerità o della fiscalità, i secondi a quale livello negativo fissare i tassi. Mi sono stufato delle ricette sia dei ristoratori “padroni” che dei ristoratori “padroni dei padroni”. In realtà ci spacciano banalità culinarie immangiabili, sia pur divinamente impiattate. Kitsch per kitsch, piuttosto della CNN, meglio andare su Sky “Cucine da incubo”. E’ più aderente alla realtà. Tanto noi abbiamo capito che il loro modello culturale è tarato per produrre una “crisi” ogni paio di lustri. Curiosamente loro la chiamano “lotta alle diseguaglianze” senza però dirci che l’algoritmo è tarato proprio su questo obiettivo, e, dobbiamo riconoscerlo, è efficace.

Dopo un fine settimana nel segno dell’ostetricia domenica sera tutti al cinema con l’imperdibile “Zombie contro zombie” di Shin’ichirō Ueda. Prosit!


LA CRISI POLITICA VISTA DALL’INTERNO DI UNA FAMIGLIA TIPO

In tempi non sospetti, per scelta personale, ho comunicato che avrei continuato a rimanere su Twitter, ma non avrei più scritto tweet, salvo quelli che fanno riferimento a Zafferano. Sarei invece rimasto come lettore per capire il pensiero dei miei colleghi delle élite di cui sono follower. Da quel momento ho ricevuto mail e telefonate perché torni su Twitter e intervenga sulla crisi politica.

Mi spiace, su Twitter no. Sì con il Cameo, anche se, in questo caso, ne cambio la struttura. Tengo per me l’analisi e mi limito a pubblicare le conclusioni che, lo ripeto per l’ennesima volta, sono solo mie, sono scevre di qualsiasi ideologia o di simpatia/antipatia verso i singoli politici e partiti, essendo, orgogliosamente, un apòta storico. E’, banalmente, la sintesi che un cittadino-elettore si fa nella sua testa, utilizzando il buon senso tipico della famiglia tipo (madre e padre).

  1. Uso la formula del caro, vecchio telegramma, riportando solo le conclusioni. Sotto alle 200 parole Poste Italiane mi addebita 14 €.
  2. Pd e M5S sono due sconfitti, uno nel 2018, l’altro nel 2019. Un Paese di 60 milioni non può essere governato da due perdenti. Le elezioni si impongono.
  3. Fatte ora sono pure utili a tutti.
  4. Il M5S ora può ancora aspirare al 15%, dopo l’abbraccio mortale con l’Establishment (via Pd) scomparirebbe. Il 10-15% immagino fosse il target (massimo) che si era dato il Fondatore.
  5. Il Pd avrà un notevole successo, e potrà così liberarsi della sua imbarazzante tenia politica che da anni lo affligge.
  6. Il Centro-Destra vincerà le elezioni (anche se la Lega non avrà la maggioranza assoluta) perché il Paese è banalmente, e da sempre, di centro destra, con una minoranza (gradita) di sinistra.
  7. Il Mercato (quello vero) la prenderà non bene, benissimo, visto come va il resto del mondo. Noi siamo più affidabili, specie nelle crisi ove, come cittadini comuni, esprimiamo il massimo.
  8. L’Europa non ha nulla da temere, l’Italia (finalmente “bottegaia” come Francia e Germania) non uscirà, solo perché non gli conviene. E’ meglio fallire insieme che da soli, costa meno.


IL MATERASSINO A FORMA DI YACHT DI MILANO MARITTIMA

Giovani amici di Zafferano.news vogliono che scriva un Cameo di costume, mi suggeriscono di farlo con un approccio e un linguaggio zafferaniano. Prendo la palla al balzo, così posso non scrivere di Giuseppe Conte, di Matteo Salvini, di Matteo Renzi. Dopo i loro interventi al Senato sarebbe stato imbarazzante. L’unica analisi seria sulla caduta del Governo Conte I (mi dicono che ci sarà il II, sostituendo Renzi a Salvini) l’ha fatta Nicola Morra (Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, sic!). Con la sua impeccabile postura linguistica ha suonato il gong sui giallo-verdi: “Ostentare il rosario in Calabria significa mandare messaggi in codice alla Ndrangheta”. Se sostituiamo Ndrangheta a Mafia, il parallelo colto Giovanni Giolitti-Matteo Salvini è evidente.

Torniamo alle cose serie. Scrivere di costume, per me significa avventurarmi in un terreno sconosciuto. Pur essendo élite, seppur old fashion, vivendo da anni in solitudine nei miei amati “interstizi”, incontrando poche persone, non avendo esperienza di vita salottiera, mi mancano i fondamentali. Certo, posso documentarmi. Come? Una soluzione ci sarebbe, andare dalla callista (pardon, pedicure) di Bordighera. Costei ha tutti i numeri di Vanity Fair, di Elle, et similia. Mentre lei demolisce le mie oscene callosità, io prendo appunti sull’estate 2019. E’ un periodaccio, dominato da una confusione mentale e verbale della politica e dell’economia. Tutti ripetono formulette economiche, politiche, culturali che hanno in comune una caratteristica, sono già fallite. E ora, da non crederci, lo confermano loro stessi, 200 supermultinazionali da Amazon a JP Morgan in giù, si sono cosparse il capo di cenere. Che resta? Il mondo popolar-radical chic del prossimo governo “rosso-giallo” (l’inversione dei colori è una delicatezza verso i miei amici romanisti)

Nella musica, Mahmood tira, eccome, dai 2 ai 18 anni il leader è lui, punto. Ostia Lido di J-Ax (“Cosa importa se sognavi Puerto Rico, se restiamo insieme sembra un paradiso anche Ostia Lido …”) la senti ovunque. Poche le nuove tendenze, se escludiamo l’ignorante (dicono) Temptetion Island che però vanno ricercate nello streaming (questa non l’ho capita, ma pare sia così). Terza stagione di Stranger Things, colti i sorprendenti cambiamenti in cinque personaggi. Al centro della scena c’è però la spagnola Casa di Carta con le sue iconiche tute rosse e le maschere. Ormai è entrata nell’ultra pop, chissà se mai ne uscirà.

Il vero tema dell’estate colta di noi élite è però capire la differenza fra “Milf” (Mother I’d Like to Fuck”), “Cougar” (panterona, nell’oscena lingua dei populisti), Gilf (Granny I’d Like to Fuck). Ho dovuto telefonare a un’amica, rigorosamente “Milf” che mi ha spiegato tutte le sfumature delle une e delle altre, rimandandomi al “Manifesto contro l’ageismo” di Ashton Applewhite. Questa è un’attivista americana, collaboratrice del NYT, mi dicono geniale stratega che tenta l’impossibile: mettere “Gilf” accanto a Milf”, con “Cougar” in seconda battuta. Se ho capito bene, il giochino dovrebbe essere questo: spostare il più in là possibile la data di scadenza della vita sessuale delle donne ZTL e anticipare l’obsolescenza programmata dei prodotti che devono consumare per centrare l’obiettivo. Ovvio lo scopo: massimizzare il fatturato, mantenendo bassi i costi, grazie ai volumi.

Poi c’è tutto il capitolo dei “Tormentoni estivi”, una strategia di marketing comunicazionale molto sofisticata, che ti impone, per esempio, gli elastici ferma capelli portati a mó di bracciali e i cerchietti bombati in testa. Mantengono le loro posizioni gli stampati animalier (maculato o zebrato), i pantaloni a vita alta, con top corti. La rivista Elle però è chiara: la vera tendenza estiva sono i sandali bianchi Birkenstock di Heidi Klum che li ha sfoggiati a Capri.

Pur avendo solo 58 anni (un’adolescente, in questo mondo di tardone), sta entrando nell’arena elitaria del Milf-Gilf-Cougar pure Michelle Obama. Abbandonato l’orto (faceva tanto José Bové) è autrice di un libro milionario, ha un progetto di contenuti per Netflix, sforna un podcast per Spotify. Sfoggia una pettinatura avventurosa: non più piega presidenziale alla Jackie, ma ricci afro (“sono proprio i suoi”, assicura l’Ufficio Stampa), però color biondo pannocchia. Da afro a wasp, da wasp ad afro, sottolineano gli influencer. Se devo essere sincero, la preferivo nella versione wasp, sembrava una Bush.

Il sole scende, facciamoci un drink. Lasciamo il Mojito ai populisti e ai sinistri, per noi élite quest’anno c’è Aviation. Lo inventò nel 1916, Hugo Ensslin barman dell’hotel Wallick di NY, miscelando gin, maraschino Luxardo, succo di limone e Crème Yvette (petali di viola, more, lamponi, cassis, vaniglia, difficile da trovare in commercio).

C’è un’ultima ora. Mi riferiscono (orripilati) amici milanesi del Quadrilatero che sia stato visto in Costiera un gigantesco materassino gonfiabile a forma di yacht, proveniente da Milano Marittima. A forma di yacht! Capite l’orrore al quale siamo arrivati? Sbrighiamoci a fare il Conte II, meglio i sinistri dei i populisti. Se questi si dovessero impossessare anche dei petali di viola contenuti nei nostri tabernacoli, per noi élite sarebbe la fine. Ci resterebbe solo l’espatrio, incamminarci, a piedi, seppur con i sandali Birkenstock, sulla Via della Seta.


CARO SALVINI, UN CONSIGLIO DISINTERESSATO. LO RIPETO: SI DIMETTA

Caro Ministro Matteo Salvini,

il 17 luglio scorso, cioè 33 (numero massonico per eccellenza, curioso no?) giorni fa le scrissi una lettera, quella sotto che le rinvio. Fu pubblicata sul mio Blog e ripresa, come spesso accade, da giornali cartacei e digitali. Mal me ne incolse. Suoi scherani leghisti su Twitter mi coprirono di insulti, alcuni scrissero al direttore che mi pubblicava per chiedere la mia testa, esattamente come facevano i quattro cavalieri dell’Apocalisse che hanno preceduto voi giallo verdi. In realtà, chiuso nei miei amati “interstizi” e nella “casa di vetro” Zafferano, ove sogno lettori che vogliano informarsi, non certo seguire le mie idee, o peggio, rafforzare i loro pregiudizi, ho più tempo di riflettere. E i miei sono pensieri da “apòta”, però in purezza. Soprattutto sapevo, perché io delle élite, a differenza sua, faccio parte (seppur non gradito), che lei si era avvicinato troppo al tabernacolo: doveva essere fatto evaporare. Buona lettura e buona fortuna.


Testo lettera 17 luglio 2019

Caro Ministro Matteo Salvini,

sarò breve. Noi non ci conosciamo, non esiste uno straccio di prova che ci colleghi, non ci sono trojan, l’unico contatto che abbiamo è virtuale, seppur giornaliero: io, seduto, vedo lei, in piedi, sempre agitato, e nei luoghi più strani. Tutto qua. Non se l’abbia a male, ma nel 34% dei voti da lei presi alle europee il mio voto non c’è. L’unico contatto fra noi è avvenuto nelle urne del 4 dicembre 2016 quando abbiamo votato NO al tentativo di colpo di stato dell’establishment.

Questa lettera aperta (come ovvio, non pretendo risposta) finirà subito sul mio Blog e poi nel Supplemento di Zafferano.news (è digitale, esce ogni sabato, è gratis, è scritto in un buon italiano da persone perbene, non parla di politica: si abboni). La notte del 4 dicembre è stato un momento di grande commozione per me, membro di una famiglia antifascista, anticomunista e antiazionista che ha molto sofferto, e che, per colpa di un manipolo di birbanti, avrebbe potuto di nuovo molto soffrire. Averli respinti è stato importante.

Nel caso di questa lettera aperta invito i direttori dei quotidiani cartacei e di quelli digitali, che spesso riprendono i miei pezzi dal Blog, di pensarci bene prima di pubblicarla. Scrivere a un “politicamente appestato” come lei, caro Salvini, è atto quantomeno sconsiderato, figuriamoci pubblicarlo. Quello che poteva fare per il paese, difendere i confini e ripristinare la legalità, lei l’ha fatto. Per quel che vale (nulla) io gliene sono sinceramente grato. E tutti i 27 capi dell’Europa la pensano come lei: non lo dicono, ma i migranti nessuno li vuole, se non quelli delle ZTL e delle staff vaticane, per i quali è argomento di conversazioni salottiere finto umanitarie che però, curiosamente, li eccita.

Sarò breve. Si dimetta da vicepremier e da ministro, chieda di essere sostituito da Giancarlo Giorgetti. Ma non faccia cadere il governo, tanto le elezioni anticipate non ci saranno mai: sono birbanti, ma non fessacchiotti. Se ne vada in punta di piedi, l’ottanta per cento dei cittadini, anche quelli che non la votano, sanno, ripeto, che il suo compito lei l’ha compiuto. Ha notato? L’attaccano sempre sulla forma, non sulla sostanza.

Lei è diventato, nel bene o nel male, l’uomo considerato più potente in Italia. Ma questa è una fake truth istituzionale. Lei, e immagino lo sappia, è potente solo sulla carta e solo in termini di immagine. Il potere vero è rimasto nei tabernacoli ove è sempre stato, e continua a stare, e a essere gestito dai soliti noti. Lei ha toccato una delle ostie benedette, si è inventato quota 100 e lì si è politicamente suicidato. Tutto qua.

Sono convinto che, come capo della Lega, comincerà per lei una vita nuova, prenda la politica come un divertissement, vedrà, sarà felice.


FERRAGOSTO 2019: GUERRA INFINITA FRA GECHI E MOSCERINI

Ho deciso di pescare, dal mio fantozziano archivio (oltre 12 milioni di battute), una bozza di un vecchio Cameo ferragostano. Le mie prime due nipotine, Virginia e Carla Maria, un giorno gestiranno questo immenso gomitolo di parole della mia vita. Il passaggio di consegne fra me e loro è già avvenuto, la regolarizzazione formale ci sarà al compimento dei loro 18 anni, quando entreranno nel consiglio di Grantorino Libri.

Lo ripresento, perché sembra scritto oggi, e lo dedico a tutti quelli che amano il mare, le dune, il maestrale, cioè la libertà. Mi sono convinto, anche se la convinzione non è supportata da nulla, che Dio abbia deciso, per alcuni luoghi magici della terra, poco frequentati dagli umani, di appaltarne il governo a divinità locali (curiosamente non si è avvalso dell’intermediazione delle staff vaticane), considerandoli suoi Proconsoli. Ho provato questa sensazione nella costa degli scheletri in Namibia, nel Sahara algerino, nel Pantanal brasiliano, di fronte al Perito Moreno argentino, nei grandi parchi americani e canadesi, a Xian guardando estasiato l’immenso esercito di terracotta, a cospetto del Ayers Rock australiano, osservando dalle sue rive il mitico Okavango che non riesce ad arrivare al mare. La Filiale italiana di questi luoghi benedetti dalla natura è a Piscinas, nella zona mineraria del Medio Campidano.

Luoghi che ricordano le Vie dei Canti di Bruce Chatwin, e la sua magia del camminare a piedi. Con Piscinas, stante la lunga frequentazione, si è creato un rapporto diventato umano che, in certi momenti, ha assunto persino una dimensione sessuale. Mi sono convinto che il mare di Piscinas sia governato da due Proconsoli: le dune alfa (del Quaternario) e il maestrale alfa. Tutto ruota intorno a loro, ai loro capricci, al loro ruzzare adolescenziale, a volte alla loro supponenza. Curiosa la selezione che i due Proconsoli praticano sugli umani che lo possono frequentare: previa occhiuta valutazione, i due individuano dei privilegiati e li battezzano. Sono stato scelto da loro tanti anni fa, e nessun titolo, né accademico né economico, potrà mai pareggiare questa onorificenza della natura. Per questo mi identifico nei due Proconsoli, e ogni anno sogno di inebriarmi dei loro profumi, delle loro erbe officinali, delle loro zaffate di iodio e di mirto portati dal maestrale.

Poi, finita la frenesia estiva, gli amati geghi procedono alla sistematica distruzione dei moscerini rimasti, una guerra senza quartiere, infinita come deve essere la lotta fra il bene e il male. Nel frattempo, il luogo viene presidiato dai due Proconsoli, padroni del mare e delle dune. Per questo motivo, Piscinas è l’unico luogo ove mi sento veramente protetto. Certo, ci sono, come ovunque, i fastidiosi moscerini ma, poiché i gechi sono spietati nel mantenere la legalità, i moscerini non si fanno vedere.

Ogni volta che lascio questo luogo magico, riprendo anch’io, geco umano, la guerra infinita contro le cosche di moscerini alfa che si accaniscono con noi persone perbene. La pausa di riflessione mi ha ricaricato, alcune idee mi sono venute, certe analisi mi hanno dato conforto, ho messo a punto piccole strategie difensive, ho una grande fiducia nel futuro dei miei nipoti della Gen. Z. Per cercare sicurezza e futuro guardo l’orizzonte e mi chiedo: al di là delle dune, cosa ci sarà? Lo scopriranno loro, quando sarà il momento.

Spero arrivi la “grande nube”, da quale quadrante provenga è irrilevante. Vorrei che fosse gigantesca, pregna del vecchio DDT, che ci liberi finalmente, e per sempre, degli insopportabili moscerini fighetti e presuntuosi. Così i miei nipoti saranno donne e uomini liberi, se lo vorranno, potranno andare anche loro, a piedi, nei luoghi magici delle Vie dei Canti.

Quest’anno, 2019, non potrò essere a Piscinas, la grande nube di ferragosto non è arrivata, ma vorrei assicurare i miei amici gechi: tranquilli, io non tradisco, sto sempre con voi, contro i malvagi moscerini, e il loro ridicolo pungiglione.


riccardoruggeri.eu

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In questo numero hanno scritto:

Osvaldo Danzi (Firenze): specialista risorse umane, ideatore della community FiordiRisorse
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Giorgio Donna (Torino): professore universitario ed economista
Nicola Porro (Roma): vice direttore vicario del Giornale, conduttore televisivo, blogger

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