Musica in parole


Musica da Oscar

Ludwig Göransson, con in mano la statuetta appena ricevuta - premio Oscar per la colonna sonora del film “Oppenheimer” - ringrazia i genitori per averlo avviato alla musica e appoggiato nel suo percorso.

Una carriera entusiasmante quella del giovane musicista al secondo Oscar, che si aggiunge a due Emmy e un Grammy.

L’ultimo film è stato a suo dire la sfida più complessa. Göransson ha già lavorato con Nolan (“Tenet” 2020) quando il regista lo cerca per un nuovo progetto. Il compositore inizia a lavorare dalla lettura del copione e dalle poche ma centrali indicazioni del regista: la musica deve rappresentare il protagonista, il padre della bomba atomica J. Robert Oppenheimer, e il suono del violino dovrà essere il filo conduttore della partitura.

Per parecchio tempo, ogni settimana Göransson fa ascoltare a Nolan cinque minuti di musica nuova sulla base della quale - copione alla mano - i due analizzano insieme i suoni per le immagini ancora da venire. Un lavoro prezioso che ha permesso al regista di avere molta musica già definita mesi prima dell’inizio delle riprese.

Il film è fitto di dialoghi e la parte musicale ha pochi momenti per risaltare da sola ma sulle parole i suoni amplificano gli stati d’animo di Oppenheimer, acutizzano la tensione nella parte centrale della storia e chiudono sottolineando dilemmi e disagi del protagonista.

E arriviamo al ruolo del violino richiesto dal regista: un assist per il musicista che ha coinvolto la moglie, la violinista Serena McKinney. Con lei ha sperimentato nuove idee contando sulla gamma di possibilità dello strumento in un alternarsi di melodie amabili, vibrati nervosi e stridii horror. Il violino accompagna il percorso dello scienziato e “sulle immagini degli atomi che ruotano, la partitura spinge quaranta violini in una frenesia mozzafiato” (l’autore per RollingStone magazine).

Ludwig Göransson, chitarrista, direttore d’orchestra e compositore svedese respira musica dalla nascita (padre professore di chitarra e madre che sceglie per lui il nome Ludwig in onore di Beethoven). Da sempre spazia tra molti generi musicali, amandoli tutti; ha studiato e composto musica jazz, classica, metal e anche pop. Sintetizzatore sempre a portata di mano; Morricone il suo compositore preferito.

Prima di quest’ultimo Oscar avevano colpito le sue parole: “Essendo cresciuto in Svezia, l’istruzione musicale è qualcosa di veramente speciale. Ci son scuole di musica ovunque e l’insegnamento è molto avanzato. Al liceo ho avuto la possibilità di scrivere musica per un’orchestra sinfonica di professionisti. Ricordo ancora di essermi seduto nella sala da concerto ad ascoltare l’orchestra che eseguiva la mia musica per la prima volta. Ascoltare i musicisti suonare le note che avevo scritto sullo spartito ha completamente cambiato la mia vita. Questa sensazione è stata così speciale che sapevo avrei voluto provarla di nuovo.” (intervista per Bang & Olufsen).

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