LA Realtà aumentata


È sempre più dura essere bimbi in Cina

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La pandemia del Virus di Wuhan ha accresciuto l’uso di tecnologie in Cina, così come in altre nazioni del mondo. La differenza tra mondo occidentale e Cina è data dalla direzione in cui l’uso di queste tecnologie sta andando. Vittime di tale utilizzo sembrano essere...

... sempre più i bambini spesso ignare ed innocenti cavie di esperimenti sociali aberranti.

Giusto un anno fa avevo scritto un articolo relativo ad alcuni sofisticati sistemi di riconoscimento facciale, supportati dall’intelligenza artificiale, utilizzati dalla Cina nelle scuole, per monitorare non solo la presenza degli allievi ma anche il loro livello di attenzione nel corso delle lezioni.
In questo campo la Cina sembra non avere rivali anche perché la "sperimentazione" la svolge direttamente sul campo utilizzando più o meno consapevoli "cavie umane". (È dura essere bimbi in Cina). 

Stiamo parlando di un sistema di sorveglianza globale che non ha uguale in tutto il resto del mondo. È  lo stesso sistema con cui il governo cinese gestisce la repressione del dissenso e che confluisce nel meccanismo di "rating sociale" di cui avevo sempre parlato in un articolo su Zafferano ad inizio del 2019.  Con il diffondersi del Virus da Wuhan, la Cina è stata giustamente la prima nazione a chiudere le scuole. Lo aveva fatto per proteggere quello che è stato definito il patrimonio più grande della nazione: i bambini ed i giovani.

Non bisogna dimenticare che fino a pochi anni fa in Cina vigeva la legge che imponeva alle coppie di non poter avere più di un figlio, pena il pagamento di una salatissima multa ed una serie di innumerevoli difficoltà successive. Fortunatamente, ad oggi, con centinaia di migliaia di casi del virus accertati in tutto il mondo, è certo che i bambini siano di gran lunga i meno colpiti dalla malattia.
Con l’attenuarsi della pandemia, la Cina è stata anche la prima nazione a decidere la riapertura delle scuole.

Ma come potrebbe svolgersi la giornata tipo di un bimbo cinese nelle scuole post-virus?  Innanzi tutto, fin dalla partenza da casa, sarà necessario indossare la mascherina. Fin qui tutto bene, avverrà probabilmente anche da noi. Nelle scuole più high-tech, una volta arrivato, il bimbo è soggetto all’entrata allo scanning facciale per l’identificazione e il controllo della presenza. Lo stesso dispositivo di riconoscimento facciale, verifica anche la temperatura del bambino per controllare la presenza di febbre. Sempre all’entrata un apparecchio distribuisce automaticamente gel igienizzante.
Nelle scuole più tecnologiche il bimbo sarà dotato di un braccialetto elettronico che verifica il mantenimento della distanza dagli altri compagni ed emette un segnale nel caso in cui questa norma venga violata, oltre ad effettuare il tracciamento in geolocalizzazione di tutti gli spostamenti del bambino.  In classe la solita serie di telecamere controllerà il livello di attenzione dei ragazzi la loro posizione reciproca, la temperatura corporea ed il mantenimento della disciplina. 

Nelle scuole meno high-tech, ai bimbi più piccoli viene fatto indossare un simpatico cappello distanziatore alla moda degli antichi imperatori cinesi. La soluzione "analogica" anche se a primo acchito potrebbe sembrare curiosa, si rivela peraltro la meno invasiva in termini di sorveglianza globale.

La Cina negli ultimi 30 anni ha fatto emergere dalla soglia di povertà milioni di bimbi, ma se questo è il prezzo da pagare per il benessere e per la salute, preferisco rimanere in Italia, perlomeno finchè la Cina, non comincerà a vendere alle scuole italiane simili sistemi di controllo.

Ed infatti la versione di braccialetto distanziatore è già stata proposta anche per alcune scuole italiane e perfino da società italiane... La riapertura delle scuole in Italia non è ancora avvenuta, ma spero sinceramente che non si cada nel tremendo errore di importare usi e costumi di sorveglianza globale dalla Cina, perché la nostra sfida per la difesa della democrazia potrebbe essere definitivamente persa.

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