LA Realtà aumentata


Fintech: la Finanza aumentata

Il connubio fra finanza e tecnologia è vecchio come il mondo dell'ICT. Sono state infatti le grandi banche già negli anni '60 in tutto il mondo ad investire in potenti elaboratori per poter rendere più veloci le proprie operazioni.

Vennero in quel periodo creati i primi Centri Contabili dove enormi computer svolgevano grandi quantità di calcoli per gli standard del tempo. Oggi le cose sono ben diverse, le macchine compiono operazioni impossibili da portare a termine per esseri umani, rimpiazzando velocemente gli stessi.

I lettori della Gen Z forse non hanno consapevolezza di quello che è stato il passato: probabilmente avete da alcuni anni la vostra “App” che vi permette di fare le operazioni bancarie di base. Qualcuno poi, non è nemmeno mai stato in una filiale bancaria. Ma le sorprese non sono terminate.

Per il settore bancario da alcuni anni si parla di fenomeno “FinTech”, compagnie a metà strada tra la tecnologia e la finanza: il primo vero esempio di grande portata a livello mondiale è stata la nascita di PayPal, che dal 2015 è quotata presso il Nasdaq, la borsa tecnologica di New York.

Il termine FinTech deriva dall’unione di due parole: “fin” come finanza e “tech” come tecnologia. Vista la natura altamente tecnologica, le Fintech sono generalmente nuove imprese che fondano la loro stessa filosofia di affari sull'ICT: operano quasi sempre su un piccolo tassello del processo bancario, ottimizzandolo grazie alle tecnologie, ma l'obiettivo finale è la digitalizzazione totale del sistema bancario e finanziario.

Chi pensa che si tratti semplicemente dell'ennesimo avanzamento tecnologico potrà forse ricredersi leggendo la prima pagina e lo speciale dell'Economist di inizio ottobre 2019, dal titolo “Le macchine stanno conquistando Wall Street”: “Le macchine stanno prendendo il controllo degli investimenti, non solo il semplice acquisto e vendita di titoli, ma anche il controllo dell'economia e dell'allocazione dei capitali...”.

Il connubio tra SmartPhone, Intelligenza Artificiale e 5G trasformeranno in modo radicale nei prossimi anni il modo in cui ci rapportiamo con la nostra banca. A questi avanzamenti tecnologici si è sommato negli ultimi mesi anche il cambiamento di alcune regole europee. L'insieme di queste nuove norme prende il nome di PSD2, la nuova direttiva europea sui servizi di pagamento, divenuta operativa anche in Italia il 14 settembre.

Con PSD2 la banca non è più “proprietaria” dei dati del cliente, ma sarà il cliente che potrà gestire questi, diventando il “proprietario dei propri dati”, trasferendoli o comunicandoli a terze parti non bancarie che li potranno elaborare, offrendo nuovi servizi. Nei prodotti di base vi sarà ad esempio la visibilità aggregata di più conti correnti presenti su varie banche o il pagamento automatico su conto corrente senza passare dalla carta di credito.

Ma siamo solo all'inizio e nei prossimi anni nasceranno innumerevoli Fintech che baseranno la propria attività proprio sulla creazione di nuovi prodotti che fino ad ora non sono mai esistiti, utilizzando i Big Data e l'Intelligenza Artificiale in modo impensabile ancora oggi.

Ma sarà veramente il cliente a controllare i propri dati? Dalle esperienze con Facebook e con le varie APP, quali FaceApp, abbiamo compreso come la privacy sia spesso sottovalutata dall'utente finale: in questo caso siamo di fronte oltre che all'identità in rete anche agli aspetti finanziari ed ai risparmi del singolo. Non passerà molto prima che una “banale app” cercherà di chiederci il permesso di accedere al nostro conto corrente, per poi scoprire, dopo un po', il vero uso che verrà fatto dei nostri dati finanziari. Per questo suggerisco alla Gen Z che sarà la prima a “testare” i nuovi servizi, di fare sempre molta attenzione alle autorizzazioni concesse. Alla peggio, potrete sempre rivolgervi ad un bancario, ma sarà vostro compito far sì che ne resti ancora qualcuno...

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