IL Sogno


Alla ricerca di JOMO

Qualche settimana fa un amico mi ha inoltrato la ricerca l’Euromonitor International dedicata alla top ten dei trend dei consumatori per il 2019, studio nel quale sono analizzate in rapida sequenza le evoluzioni dei valori e delle priorità dei consumatori (https://blog.euromonitor.com/).

Sono stato inviato a porre particolare attenzione alla sezione intitolata: Finding my JOMO.

La definizione è Joy of missing out: la gioia di perdersi qualcosa disconnettendosi dal mondo digitale. Tornare nello spazio temporale del qui e l’ora, circondato dagli stimoli che provengono solamente dalla vita reale. Rallentare, per riprendere il contatto con la propria realtà.

È da più parti riconosciuto che l’essere sempre connessi non incrementa l’efficienza personale, né tantomeno quella lavorativa bensì sono il riposo e la capacità di stare con sé stessi, anche annoiandosi, che permette al nostro cervello di respirare stimolando la creatività e le idee. L’essere sempre connessi, invece, accresce il senso di impotenza e l’ansia da prestazione.

Nei giorni nostri è definita FOMO: Fear of missing out, la paura di perdersi qualcosa, d’essere tagliati fuori. Secondo Caterina Fake, imprenditrice statunitense co - fondatrice di Flickr e di Hunch, la FOMO è ha radici antiche e il vero problema dei giorni nostri è la tecnologia, alza il nostro livello visibilità di consapevolezza e di rispetto a quello che gli altri fanno e noi no. Per alcuni si può trasformare in una propria competizione con il proprio ego e con quello degli altri. Tra le cause principali troviamo i social network, controllare continuamente la newsfeed permette agli utenti di partecipare a distanza senza per esserne pienamente coinvolti. Però, partecipare attivamente acquisisce un significato esperienziale e sensoriale completamente differente rispetto ad essere dietro uno schermo di uno smartphone. Siamo essere umani e fino a prova contraria abbiamo bisogno esperienze, negative e positive che siano.

Per poter affrontare tutto ciò non esiste ricetta segreta, sarò la crescita della cognizione di causa, soprattutto nelle nuove generazioni, che determinerà l’approccio. Le tecnologie digitali semplificheranno la vita, apriranno infinte opportunità ma ciò farà la differenza sarà la qualità del tempo trascorso on line piuttosto che la quantità. Back to the real life, buon JOMO.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Francesco Rota (Torino): un millenials
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Giancarlo Saran (Castelfranco Veneto): medico dentista per scelta, giornalista per vocazione